Non è facile in una città come Genova con i genovesi scrivere quello che ieri, su questo sito giornalistico, ha scritto l’editore di Primocanale. Non è facile perché a Genova c’è un mondo variegato che insiste sui progetti della Tav e della Gronda anche per stanchezza. Non mi interessa, ora, entrare nel merito della utilità o meno (troppo tardi ormai…?) di queste due colossali operazioni.
Mi interessa invece che la dura presa di posizione di un editore locale e ex senatore (quindi a cui non si può negare un’ esperienza politica e non certo silenziosa o di comodo come quella di qualche suo ex collega) non finisca nella palude delle anestesie a cui i genovesi sono abituati e che, per alcuni (molti) diventano un comodo alibi. A parole tutti per la Tav, a parole tutti per la Gronda. Perché è così e basta.
Ci sarà un dibattito? Chissà… Troppo pericoloso mentre si sta lavorando con tenacia per ricostruire un ponte crollato su una vallata (quella della Gronda e del Terzo Valico). Eppure sarebbe interessante che, senza troppa retorica del “fare a tutti i costi e quel che costi”, la città ne riparlasse, a vent’anni di distanza in una realtà profondamente cambiata, come spiega bene Rossi, soprattutto a livello europeo.
Guai correre il rischio mortale che alcune mega opere, sulle quali la difficile congiuntura politica che vede “associati” Cinquestelle e Lega è divisa drasticamente, finiscano per rallentare o peggio le opere sulle quali tutti, anche il “governo del contratto”, sono ora d’accordo. E non credo sia stato facile raggiungere questo accordo se solo ci rammentiamo le minacciose promesse fatte in campagna elettorale dal M5S in tema di infrastrutture. Promesse che erano tutte negative, senza se e senza ma. Dalla Tav al Terzo Valico non dimentichiamolo.
Dunque, proviamo per una volta a abbandonare l’atteggiamento conservativo del “tutto va fatto ormai” e sperimentiamo quello del “facciamo subito queste cose senza indugi” e senza rischiare di finire in un calderone di equivoci politici pericolosissimo, tipo Terzo Valico uguale Tav. Col grande progetto di investimenti portuali presentato pochi giorni fa, con il nuovo ponte di Piano, con l’assetto del quadrante della Valpolcevera devastato dal crollo, con il nuovo Waterfront , Genova deve affrontare anni e anni di lavori. Lo speriamo ardentemente. Di quei lavori ormai assolutamente inderogabili, pena il sonno assoluto di una città che ha ancora molte chances da giocarsi. Ma poco tempo per farlo.
cronaca
L'attacco di Rossi. Quello che non è facile dire a Genova
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