porti e logistica

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 Lo avevamo anticipato pochi giorni fa. La NON assemblea di Federagenti, che si è svolta a Roma presso la sede di Confcommercio, lo ha confermato in modo evidente: il Paese ha oggi bisogno di un grande impegno diretto delle imprese e delle Associazioni imprenditoriali, per imporre un cambiamento di passo al Paese. E il primo obiettivo nel mirino non possono che essere le infrastrutture.

“L’Italia – afferma Alessandro Laghezza, presidente degli spedizionieri di La Spezia e membro del direttivo di Fedespedi nonché in Giunta di Confetra – denuncia un ritardo di almeno trent’anni nella realizzazione delle opere che per qualsiasi paese sarebbero utili, mentre per il nostro paese, che dall’efficienza logistica e del trasporto deriva la competitività del suo sistema produttivo, significano sopravvivenza”.

“Per le Associazioni imprenditoriali, specie nel nostro mondo di riferimento – continua Laghezza – si profila una sfida entusiasmante in grado di porle davvero al servizio del Paese. E’ indispensabile ridefinirne la mission che deve sfociare in una grande alleanza politica delle imprese e quindi in un soggetto politico, nel senso nobile del termine, che sia in grado di esercitare pressione costante sulle istituzioni, dal governo al Parlamento sino ai soggetti locali di governo del territorio”.

“Il governo in carica – prosegue Laghezza – ha raccolto un’eredità pesante. Un caso per tutti da non dimenticare: il primo progetto del terzo valico, ovvero della nuova linea ferroviaria fra Genova e Milano trae origine da una delibera del 1880 del Consiglio provinciale di Genova che ritenne la linea ferroviaria di “somma urgenza”.

"Quasi 140 anni sono trascorsi e si parla oggi di rapporto costi-benefici in un’ottica totalmente avulsa da quanto sta accadendo nel mondo”. “Gli imprenditori e le nostre Associazioni, prime fra tutte quelle che sperimentano ogni giorno cosa significa inefficienza logistica, sanno che non è più sufficiente protestare o discutere in convegni che pure illuminano lo scenario di un Paese prigioniero della sua burocrazia. È il momento di assumere una responsabilità diretta: in caso contrario la storia ci considererà complici”.