cronaca

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È stato presentato questa mattina presso il Teatro dell'Archivolto nell'ambito della seconda giornata del XII Congresso Cgil Liguria, il focus 21 mila progetti in Liguria: come e dove vengono spesi 2 miliardi di Fondi Europei.

Lo studio, realizzato da Marco De Silva responsabile dell'Ufficio Economico Cgil Liguria, analizza i dati sui fondi strutturali europei destinati alla nostra regione tra il 2007 e il 2018. Su 21.124 progetti, la Liguria ne ha conclusi il 57% (dato molto superiore alla media nazionale), il 39% sono in corso e di questi solo 22 hanno un finanziamento compreso tra 1 e 10 milioni di euro. Le maggiori risorse arrivano a Genova, quasi il 70%, seguita a pari merito da Savona e Spezia con un 13% ciascuna e solo l'8% a Imperia.

La disponibilità di risorse non si traduce però nella presentazione dei progetti: Imperia, infatti, pur avendo la percentuale più bassa di risorse impegnate, con 3.945 progetti presentati supera sia Savona (3.932), sia Spezia (2.588) e riscontra il 18,7 per cento del totale dei progetti; Genova ne ha 10.103 (il 48%). Non sempre questo è un buon indicatore in quanto nel caso di Imperia assistiamo ad una maggiore frammentazione ed una valore medio più basso delle altre province per progetto finanziato.

I fondi strutturali dell'Unione Europea sono di tre tipologie: il Fondo Sociale Europeo (FSE), il Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (FESR), il Programma di Sviluppo Rurale (PSR) ai quali si aggiunge il Fondo Europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) per una dotazione complessiva per il settennato in corso di oltre un miliardo di euro. Gli ambiti di intervento vedono ai primi posti ambiente, occupazione, ricerca e innovazione ed inclusione sociale, mentre la natura dell’investimento riguarda soprattutto le infrastrutture (quasi 997 milioni di euro), seguito dall'acquisto di beni e servizi (635) e dagli incentivi alle imprese (392). Tra i maggiori soggetti attuatori ci sono essenzialmente Enti Pubblici, soprattutto a livello locale, Società partecipate dalla Regione Liguria ed in pochi casi territoriali, enti o consorzi privati.

Per Marco De Silva, "I Fondi Europei sono risorse insostituibili e fondamentali ma il problema principale della nostra regione è proprio quello di riuscire a spendere tutte quelle a disposizione della Liguria. E nel caso del PSR abbiamo purtroppo un rischio concreto di restituire l’anno prossimo circa 14 milioni di euro. In Liguria manca un effettivo coordinamento tra i vari Fondi (che hanno regole diverse tra di loro) e le autorità di gestione dei Fondi, Assessorati e Assessori, trattano materie per certi aspetti sovrapponibili, quasi in competizione e la verifica dell’efficacia dei progetti è possibile solo a distanza di anni con un coinvolgimento del Sindacato che è ancora troppo formale e marginale".

Ma non solo: per De Silva esiste anche un problema rispetto ai tempi "l'erogazione delle risorse ai destinatari ha tempi lunghi o lunghissimi, spesso insostenibili per la maggior parte delle imprese coinvolte che non sempre sono in grado di accedere, gestire e partecipare autonomamente ai bandi senza ricorrere a consulenti esterni, considerata la complessità delle procedure anche e soprattutto in caso di riprogrammazione delle risorse".

In questi anni Cgil Cisl Uil hanno lavorato insieme alla Regione Liguria per sbloccare le risorse dei fondi europei e realizzare interventi di messa in sicurezza del territorio in tutta la Regione.

Come sottolinea il Segretario Generale Cgil Liguria Federico Vesigna,  "Tra dissesto idrogeologico ed efficientamento energetico abbiamo sbloccato qualcosa come 160 milioni di euro di lavori che possono aiutare un settore in difficoltà come quello delle costruzioni. I fondi europei possono diventare un potente strumento di promozione delle politiche di sviluppo per sostenere industria di qualità e aiutare il territorio a crescere attraverso una seria politica di destagionalizzazione. Tra le ragioni per cui si sceglie un territorio rispetto ad un altro per investimenti c'è anche la competenza professionale dei lavoratori. Per questo i fondi possono e devono essere utilizzati anche per riorganizzare i centri per l'impiego e migliorare la qualità dell'offerta formativa. Nei prossimi due anni scade il programma di utilizzo dei fondi 2014-2020: ci auguriamo che la Regione Liguria voglia confrontarsi con le organizzazioni sindacali per utilizzare al meglio questa opportunità."