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Potrebbero entrare per la prima volta nel Cda
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Rappresentano una galassia di circa 400 persone che complessivamente contano lo 0,7% del patrimonio azionario di Carige, ma vogliono essere comunque coinvolti nelle sorti della 'banca dei genovesi'. E' per questo che scendono in campo in vista dell'Assemblea prevista al Teatro della Corte di Genova il prossimo 20 settembre, assemblea che andrà ad eleggere il nuovo consiglio di amministrazione.

Sono i piccoli azionisti di Carige che nel 2014 si sono costituiti in un'associazione che si schierano con uno degli azionisti di Carice, il finanziere Raffaele Mincione, che ha inserito in lista il loro rappresentante, Silvio De Fecondo.

Nella battaglia di Carige infatti contendenti sono il primo azionista Vittorio Malacalza (con il 23,9%) e gli sfidanti Raffaele Mincione-Gabriele Volpi-Aldo Spinelli riuniti in un patto di voto che parte dal 15,2% della quota azionaria ma punta ad andare oltre il 20%. Ed ecco dunque la scelta dei piccoli azionisti.

"La scelta di legarci a Raffaele Mincione è stata scelta sofferta - ha raccontato Silvio De Fecondo presidente dei piccoli azionisti di Carige ed ex dipendente della banca ora in pensione - Non è tutto bianco da una parte e tutto nero dall'altra. Abbiamo sostenuto per tre anni la Malacalza Investimenti ma non abbiamo assistito ad un cambio di passo. Il gruppo Malcalza ci aveva annunciato in questa fase la volontà di renderci partecipi nel Cda, ma al momento della presentazione della lista non se n'è fatto nulla. Mincione, anche per cultura arrivando da contesti esteri in cui i piccoli azionisti vengono coinvolti, ci ha contattato chiedendoci di far parte della sua lista. Per noi entrare in consiglio è un fatto vitale. Non possiamo continuare a tassarci e rimetterci per poi non contare niente. In tre anni la banca ha avuto un incedere molto faticoso. Io e il vicepresidente dei piccoli azionisti Lecca siamo entrambi ex dipendenti cresciuti con l'ambizione di diventare una grande banca: stiamo diventando un guscio vuoto. Ci si domanda se il piano sia sensato. E così abbiamo guardato le cose con un occhio nuovo e ci siamo schierati".

Tra gli interrogativi che si stagliano sul futuro di Carige c'è quello del suo ruolo: autonomia o aggregazione?

"Come piccoli azionisti - spiega De Fecondo - Diciamo basta alle dichiarazioni di principio.
Dobbiamo capire concretamente quali sono i vantaggi e quali gli svantaggi. Chiediamo ai soggetti di fare ipotesi chiare e credibili e di portarle a compimento".

L'associazione piccoli azionisti di Carige non punta il dito contro l'attuale amministratore delegato Paolo Fiorentino e contro il suo operato in questo anno dicendo no ad un suo avvicendamento alla vigilia della presentazione di un piano di rilancio alla Bce.

"Fiorentino ha proseguito con una politica di dismissioni - spiegano - peraltro spinta da autorità centrali ma quando è arrivato lui una buona parte del cedibile era già stata ceduta".

L'ingresso nel Cda da parte dei piccoli azionisti è comunque difficile essendo loro inseriti in dodicesima posizione nella lista proposta da Mincione.

"Sappiamo quali sono i nostri numeri e la nostra forza - affermano - Naturalmente stiamo lavorando per portare la partecipazione dei piccoli al massimo del possibile. Nella preparazione della lista, a proposito del progetto inclusivo di Mincione, dobbiamo accettare le regole di quando si formano patti tra i soci. Abbiamo il convincimento che chi si presenterà nella lista avrà comunque un ruolo. Crediamo di non essere specchietto per le allodole".

Ma quali sono le prossime tappe per la banca?

"L'11 settembre è il primo step - dichiarano - I soci potranno manovrare per acquisire il maggior numero di azioni da portare in assemblea. Ci sono 4 liste, le liste che si contendono il controllo sono 2: quella di cui facciamo parte e quella di Malacalza. Ci auguriamo che esca fuori una maggioranza che dia operatività.
La seconda data chiave è quella del 20 settembre, giorno dell'assemblea nel quale sapremo chi ha vinto".

Intanto i piccoli azionisti continuano il lavoro di contatto con altri piccoli azionisti.


"Abbiamo inviato circa 800 mail anche per raccogliere le deleghe - ha concluso De Fecondo - Nei confronti di tutti abbiamo cercato di evidenziare che l'associazione è composta da persone che conosce la banca e che ne ha a cuore le sorti".