
Dopo quasi quattro giorni e un'intera notte di travagliata discussione, e non senza un ultimo colpo di scena, il Comune di Genova ha approvato il bilancio di previsione. Dopo la votazione, uno a uno, di quasi 950 tra ordini del giorno ed emendamenti, questa mattina avrebbe dovuto esserci la discussione generale con le dichiarazioni di voto da parte dei vari gruppi.
Bilancio, oltre 40 ore di consiglio: votati più di 800 documenti
Cosa è successo
Di fatto, però, la discussione si è conclusa dopo l'intervento del primo dei consiglieri di minoranza, il capogruppo di Vince Genova Pietro Piciocchi. La strategia che spesso viene utilizzata dai consiglieri - ritardare il più possibile a prenotare il proprio intervento per avere diritto di parola per ultimi - ha fatto sì che nessuno si sia prenotato entro i tempi stabiliti e il presidente del consiglio comunale Claudio Villa ha quindi aperto la votazione sulla delibera di bilancio in votazione. La discussione è stata comunque garantita grazie a un escamotage: la sindaca Silvia Salis ha preso parola facendo scattare un articolo 55 e quindi il diritto a un intervento per ogni gruppo. Il gesto, dopo giorni di ostruzionismo e scontro, è stato apprezzato dalla minoranza.
Il bilancio di previsione vale 1,2 miliardi
Una nota di colore: prima dell'avvio di seduta il vicesindaco Alessandro Terrile ha acquistato e distribuito sui banchi della minoranza alcune copie del Venerdì di Repubblica che proprio oggi, in prima pagina, aveva un'intervista alla sindaca Salis. L'opposizione ha reagito con ironia. Il bilancio di previsione, che vale 1,2 miliardi e conferma di un calo dell'indebitamento, nel corso del 2026, da 876 a 837 milioni, introduce alcune discusse misure come l'aumento al massimo dell'aliquota sull'Irpef e l'addizionale sugli imbarchi portuali, ma anche il ritorno alla riduzione dell'Imu sui canoni concordati.
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