economia

Lunedì tavolo a Roma tra le parti
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 L’appuntamento è ancora una volta al Mise. Seduti attorno al tavolo domani lunedì 6 agosto da una parte Arcelor Mittal, dall’altra le tre single sindacali di categoria dei metalmeccanici. Questa volta il tema all’ordine del giorno è l’occupazione. Allo stesso tavolo anche i delegati del ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Di Maio e i commissari Ilva.

Il tempo inizia a scadere. Il 15 settembre, data ultima per la chiusura della trattiva tra governo e acquirenti, è sempre più vicino. Oltre al nodo ambientale da sciogliere c’è anche quello occupazionale. Il piano Mittal prevede 4mila esuberi degli attuali 14mila occupati nei diversi stabilimenti italiani. I sindacati fanno muro: o tutti entrano nel progetto del nuovo gruppo o il rischio alto sarà ancora agitazione. Le parti al momento sembrano lontane. L’ultimo incontro sul tema risale a fine maggio. La speranza è che in oltre due mesi qualcosa sia cambiato.


Di certo ad aumentare la preoccupazione tra le parti ci ha pensato la stima fatta dai Commissari che prevede per settembre la fine della liquidità. Da lì in poi la cassa sarà in rosso. Ma nell’occhio del ciclone al momento c’è proprio il ministro Di Maio. Da una parte continua a chiede una revisione del piano complessivo a Mittal, dall’altra va avanti nelle procedure necessarie ad annullare il bando di gara vinto lo scorso anno proprio da Mittal e su cui sono emerse delle criticità. Una situazione che lascia più di un’incertezza sul futuro. In questo sì, sindacati e multinazionale sembrano già d’accordo. E la richiesta proveniente dalle due parti è la stessa: al ministro Di Maio il compito di fare definitivamente chiarezza sui progetti e le sorti della siderurgia in Italia.


"Speriamo che questo sia il tavolo che possa far ripartire la discussione di merito e non l'ennesimo incontro lampo con il conseguente rinvio che continua a far perdere tempo e soldi - spiega Alessandro Vella segretario Fim Liguria -. Una vertenza che dagli atteggiamenti pare davvero si sottovaluti l'importanza per il paese e per i 20mila lavoratori e le loro famiglie. Il ministro deve fare chiarezza con se stesso, da una parte convoca il tavolo per il nodo occupazionale e dall'altra dichiara possibili irregolarità sul bando di assegnazione ad Arcelor Mittal. Il lavoro che salvaguardi l'ambiente, il mantenimento dell'acciaio per il nostro paese sono temi sui quali serve una presa di posizione netta una volta per tutte".

D'accordo con Vella anche il segretario generale della Uilm di Genova, Antonio Apa che rimarca la necessità "che venga affrontato in modo serio il problema legato all'occupazione e che il minitro Di Maio dica cosa vuol fare della siderurgia italiana. Noi non accetteremo mai l'idea che ci possano essere esuberi da parte di Mittal rispetto agli attuali occupati. Da questa premessa noi non ci discsteremo". 


Pronto a dare battaglia senza esitazione è il segretario genovese della Fiom Cgil Bruno Manganaro: "Prima di tutto chiediamo al governo di decidere se la gara è valida perchè altrimenti la trattativa è finta e sono finte anche le riunioni romane. - spiega Manganaro -. Per noi vanno garantiti tutti i 14mila dipendenti e il governo è garante dell'Accordo di Programma di Genova, se Mittal si prende le aree di Cornigliano si deve prendere tutti i 1500 lavoratori. Se cosiìnon fosse noi torniamo a lottare come abbiamo già fatto in passato". E poi arriva l'invito a riaprire una discussione incentrata solo su Genova: "Và convocato un tavolo specifico per Genova con governo, istituzioni locali, Mittal e sindacato".