cronaca

I vigili del fuoco hanno cercato invano qualcuno da curare
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Un capriolo ferito nel giardino della villa dell'archistar Renzo Piano a Vesima, nel ponente di Genova, è morto dopo un'ora e mezzo di agonia e di inutili tentativi da parte dei pompieri di trovare un ente o un'associazione deputata a soccorrere gli animali selvatici.

È successo stamane fra le 9.30 e le 11, ora in cui finalmente una guardia zoofila volontaria è riuscita a recarsi alla villa ma il capriolo era già morto. I pompieri stamani quando hanno ricevuto la segnalazione del capriolo ferito sono arrivati nel giardino della villa di Renzo Piano e hanno prelevato l'animale da una specie di pozzo dove era finito: poi hanno cercato un veterinario che potesse portarlo in un clinica veterinaria e curarlo. Una ricerca spasmodica, quella dei centralinisti dei vigili del fuoco di Genova, che dopo decine di telefonate è risultata inutile.

La Liguria, infatti, come altre regioni italiane, non ha mai stipulato un accordo con un ente per soccorrere gli animali selvatici feriti. Il soccorso viene garantito con una pubblica assistenza solo agli animali domestici. Così cinghiali o caprioli possono essere soccorsi solo grazie alla disponibilità delle guardie zoofile volontarie o quando gli esperti del Cras dell'Enpa dell'oasi di Campomorone hanno personale volontario sufficiente per svolgere il soccorso.

Gli unici deputati a intervenire in realtà sono le guardie dell'ex provincia ora passati alla Regione: ma stamani, come riferiscono dall'Ente di via Fieschi, gli unici due agenti in servizio erano impegnati in un'operazione anti bracconaggio in seguito al recupero di alcune tagliole per animali rinvenute in un bosco.

"La scellerata riforma Delrio, che ha portato alla soppressione dei servizi essenziali svolti dalle Province, tra cui il presidio dell'entroterra e il controllo della fauna selvatica, continua a produrre effetti deleteri. La morte del capriolo, verificatasi oggi a Vesima, dopo una lunga agonia dell'animale, è il risultato delle politiche governative che hanno del tutto abbandonato le nostre vallate, svuotato le casse e tolto competenze per svolgere attività essenziali di presidio del territorio". Così l'assessore regionale Stefano Mai ha commentato la morte del capriolo nel ponente genovese.

"Regione Liguria, nonostante le carenze croniche di organico e di bilancio, visti i sempre più risicati trasferimenti centrali, è impegnata in azioni per la salvaguardia e tutela del nostro patrimonio faunistico e naturale - ha detto Mai -. In questo senso, la Giunta ha definito le linee guida e i criteri per la realizzazione dei corsi di formazione per il personale addetto al soccorso e al recupero della fauna selvatica omeoterma ferita o in difficoltà. Inoltre, abbiamo cofinanziato la realizzazione del Cras di Campomorone e quello di prossima realizzazione nello spezzino". I corsi consentiranno di formare nuovi volontari che possano svolgere le attività con l'obiettivo di tutelare il patrimonio faunistico ligure e preservare la pubblica sicurezza.