
Il succo è tutto nel tecnicismo su cui si arrocca l'azienda petrolifera che a Fegino ha i suoi ingombranti depositi: Iplom ritiene che l'intervento sull'alveo competa al Ministero dell'ambiente e non al Comune, che segue invece i lavori sui versanti. Roma si era espressa diversamente e l'azienda aveva deciso comunque di collaborare. Ma in piedi c'è ancora un ricorso al Tar: il Comune ha chiesto (invano) di ritirarlo, enel frattempo è tutto fermo.
Di recente il M5s ha presentato un'interrogazione in consiglio comunale all'assessore all'ambiente Matteo Campora. Risposta: è stata mandata una richiesta informazioni al ministero. Roma non ha ancora riferito e a Tursi deve essere ancora convocata una commissione al riguardo.
Ad oggi restano i 1356,27 euro all’anno di concessione chiesti dalla Città metropolitana per far passare l'oleodotto (un'inezia) e una direttiva europea detta 'Seveso' che imporrebbe controlli molto più rigidi, interpretata in senso restrittivo.
IL COMMENTO
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