cronaca

Il governatore chiama a raccolta sindaci e assessori
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Non vogliono chiamarsi partito e nemmeno corrente. Piuttosto si ritengono il 'collante' del centrodestra unito. Giovanni Toti chiama a raccolta gli 'arancioni'. Lo fa a Genova, in una serata dedicata alla Fondazione Change organizzata nel pieno delle consultazioni romane, in cui però non si parla mai di politica nazionale ma di obiettivi regionali a breve termine, quello del 2020.

Però appare chiaro messaggio politico ai vertici del partito, per ribadire la linea intrapresa. Il governatore celebra il progetto politico 'civico' che ha marchiato gli ultimi successi regionali.  "Rimango profondamente in Forza Italia - annuncia - ma l'arancione sarà il tessuto connettivo intorno ai partiti della coalizione". 

All'aperitivo ci sono praticamente gli amministratori locali del centrodestra eletti dal 2015 in poi - Bucci, Peracchini, Caprioglio - con le rispettive giunte. Dietro a Toti i 'fedelissimi' rifiutati da Arcore - Giampedrone, Scajola, Cavo - e i suoi più stretti collaboratori, oltre a neoeletti in Parlamento e tanti semplici sostenitori. Scopo della serata, raccogliere progetti e idee per le prossime regionali. 

"L'arancione è un antico colore che porta fortuna al centrodestra, fu della lista Biasotti nel 2000, poi della mia lista regionale. È il tessuto connettivo che sta intorno ai partiti della coalizione - spiega il presidente - Questa esperienza è un marchio che raccoglie simpatia e impegno da parte di chi ritiene i partiti tradizionali troppo ingessati per la società liquida di Facebook". 

A livello di assetti partitici, Toti nega che il progetto arancione sia l'embrione del partito unico che sogna di costruire con Forza Italia e le altre anime della coalizione. "Quella è un'altra storia, è un tema del futuro - dice - alle prossime regionali i partiti tradizionali presenteranno le loro liste, non ne possiamo fare a meno. Chi si sentirà a casa nel centrodestra, ma non specificamente nei partiti, potrà stare nel grande contenitore dove tutte le sensibilità si mescolano.

La città meno 'arancione' è sicuramente Imperia, dove al momento l'unica candidatura è quella di Claudio Scajola. L'ex ministro, che ha più volte dichiarato il sostegno di Berlusconi, è stato sconfessato dallo stesso ex premier sentito al processo Matacena. "Il presidente Berlusconi ha detto quello che pensa, va bene così - commenta Toti - Ma non è questo il tema. Mi auguro che si sentano tutte le volte che ne hanno voglia. Il tema vero è che l'unità della coalizione di centrodestra è un valore che Berlusconi ha insegnato al centrodestra. La candidatura di Claudio Scajola oggi è una candidatura che divide. Non si può ragionare col principio 'O mangi questa minestra o salti dalla finestra perché io comunque mi candiderò per fare un danno al centrodestra'".