cultura

Dopo "Laika", va in scena la seconda parte della trilogia dal 22 al 24 marzo
1 minuto e 54 secondi di lettura
 Al Teatro Modena va in scena “Pueblo” dal 22 al 24 marzo, seconda parte di una trilogia che ha è cominciata con “Laika”, entrambi gli spettacoli scritti e interpretati da Ascanio Celestini.

Una finestra che si apre sul palcoscenico, una finestra che si spalanca su un mondo di emarginati, guidati dal racconto di Celestini al figlio. Celestini che si fa narratore e immagina vite intrecciate: quella della vicina di casa Violetta, cassiera di un supermercato che abita con la madre taciturna, della clochard Domenica che nonostante un passato difficile alle spalle e delle sue disillusioni spera di trovare felicità con Sahid, africano con la passione per il gioco e dell’alcool che ha perso il lavoro ed è stato rispedito nel suo paese.

Ironia che sdrammatizza i momenti tragici e ritmo dinamico grazie all’assenza di un testo vero e proprio: lo spettacolo, infatti, non ha un copione alle spalle, ma soltanto degli appunti su cui Celestini improvvisa ogni volta. I dettagli nitidi che permettono allo spettatore di visualizzare la storia affondano le radici in tante interviste a immigrati, prostitute, operai che lo stesso attore ha raccolto nel tempo per trovare ispirazione.

Accompagnato dalle note di pianoforte e fisarmonica di Gianluca Casadei, lo spettacolo punta a presentare l’umanità dei personaggi in cui ognuno possa immedesimarsi. “Gli emarginati sono se stessi senza filtri, perché non hanno la possibilità di nascondere la propria identità. Mi interessa far emergere l’essere umano in generale con le sue debolezze, le sue paure, il suo bisogno di relazioni con gli altri e la sua speranza che la vita possa essere migliore”, così risponde ad una possibile accusa di utilizzare degli stereotipi. La verità di queste situazioni, così lontane da noi, ma al tempo stesso così note grazie alle notizie di tutti giorni, tocca le corde giuste.

Inevitabile, però, che il pensiero scivoli anche verso l’attualità e la politica. E mentre viene descritta la barbona Domenica che rovista nella “monnezza”, facile che venga in mente la multa di 200 euro per chi viene colto a cercare qualcosa da rivendere nei cassonetti, multa che questa settimana ha fatto molto discutere a Genova.