cronaca

Mille abitanti isolati, l'azienda: "Soluzione tra una settimana"
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 "Eremiti non lo siamo, non ce la siamo cercata. Dobbiamo muoverci per lavorare, andare a scuola. E adesso stiamo perdendo la pazienza". Abitanti sul piede di guerra a Granarolo, il piccolo nucleo panoramico sulle alture di Genova che da un mese è di nuovo a piedi per l'ennesimo guasto della ferrovia a cremagliera per Principe, l'unico mezzo pubblico di cui dispongono. Una battaglia, la loro, che a breve potrebbe dare i primi frutti.

"Ogni volta che l'unica vettura si ferma, qui si blocca tutto. Siamo mille persone in queste condizioni", spiega Adriano Ameglio del comitato di quartiere. "Quando c'era il gelicidio siamo rimasti chiusi in casa per due giorni". Da 16 anni c'è un solo vagone che fa la spola avanti e indietro, con frequenze dimezzate e stop obbligati al minimo inconveniente. L'ennesimo problema al telaio della vettura ha messo ko l'impianto, che nell'ultimo anno è stato fuori uso per ben quattro mesi consecutivi. Secondo Amt ci vorrà ancora una settimana prima di riprendere il servizio, e nel frattempo ci si arrangia come si può.

Non tutti, ovviamente, possiedono auto o scooter. "Hanno attivato il G1, lo chiamano 'sostitutivo', ma non lo è per niente - spiega Angela Aicardi, un'altra attivista di Granarolo vecchia - perché le nostre case sono tutte giù, lungo la creusa. Dobbiamo portare i bambini a scuola, fare la spesa. Io me la faccio a piedi almeno quattro volte al giorno". Il bus Amt parte da piazzale Pestarino, tocca via Bari e raggiunge il capolinea superiore attraverso la desolata via Bartolomeo Bianco. Ma intere stazioni (Cambiaso, Chiassaiuola, Salita Granarolo) restano scoperte. "Molte abitazioni qui le hanno costruite proprio in funzione della cremagliera - spiega il signor Priano, uno storico residente - una volta quassù non c'era niente".

Per la seconda vettura si inizia però a scorgere la luce in fondo al tunnel. "Contiamo di averla entro fine giugno - spiega Ivana Toso, direttrice del movimento per Amt Genova - siamo nella fase terminale del restauro. Cerchiamo di accelerare al massimo i tempi". Il vagone è infatti parcheggiato da anni a Caserta, affidato a una ditta specializzata per la messa a norma. Finora il comitato ha frequentato invano gli incontri istituzionali con la Regione e con l'azienda. Raccolte 500 firme, ma nulla è mai cambiato. "Chiediamo più incisività - ribatte Ameglio - Noi mugugniamo ma non agiamo più di tanto. Finché il vaso non trabocca".

Ai disagi, poi, si sommano i pericoli. Salita Granarolo è un reticolo di buche e pietre malmesse. I muri della decrepita Villa Cambiaso minacciano di crollare da un momento all'altro. E a farne le spese non sono solo i residenti. "Pure i turisti a volte vengono su a piedi sconsolati, perché il servizio non funziona", spiega il signor Campanella, un altro abitante della zona. Così, complici il panorama mozzafiato e il sentiero dei forti a due passi, a Granarolo c'era un bed&breakfast. C'era, perché nel frattempo ha chiuso.