L'unico vincitore nel centrodestra è Sandro Biasotti, segretario regionale di Forza Italia, che 'trionfa' restando nel silenzio assoluto e accettando supinamente le decisioni nazionali, le imposizioni di Roma e Arcore, salvando ovviamente solo se stesso.
Nessuno a Roma gli potrà fare ombra, né Toti né alcun altro vicino a lui. E anzi, i catapultati rafforzeranno la sua personale posizione di riferimento o 'non riferimento ligure'.
Lo stesso parlamentare uscente ha anche chiuso due stupende operazioni imprenditoriali, una come concessionario con l'aggregazione con un'importante azienda torinese, e una come immobiliarista, vendendo a Esselunga un terreno a Sampierdarena. È il più bravo e ha interpretato perfettamente la mentalità berlusconiana del 'dopo di me il nulla'. Quindi l’importante è stare nell'ombra.
Nel Pd prevedibile da tempo la candidatura di Raffaella Paita alla Spezia che in ogni caso sarà un possibile riferimento attivo a favore della Liguria. Ma non si può rilevare l'umiliazione di non vedere alcun candidato genovese nelle liste del partito.
Renzi ha punito la città che più detesta del Paese, quella città che, per prima, gli ha messo i bastoni tra le ruote. Se avesse invece compreso che Genova rivela da sempre una lettura anticipata di quanto accade nel Paese avrebbe potuto correre ai ripari.
Ma è corretta un'altra considerazione. Non lo dicono, ma sono tutti consapevoli i cinque 'capibastone' - che hanno selezionato uno ad uno i candidati affinché siano perfetti soldatini o marionette comandate che dir si voglia - che questi potranno sedersi agevolmente ad un tavolo e trattare solo fra loro vedendo se è possibile creare qualche maggioranza oppure quasi tutti insieme lavorare per cambiare la legge elettorale.
Lega con 5 stelle, Pd con Forza Italia e magari alcuni fuoriusciti da qualche altro partito, 5 stelle con Liberi e Uguali. Ormai tutte le opzioni sono possibili.
Sempre più difficile, dunque, spiegare che, anche di fronte a un simile umiliante scenario politico, bisogna andare a votare perché i nostri padri e nonni hanno anche offerto la vita per conquistare questo sacrosanto diritto!
Ma i nostri padri avrebbero lottato per questa legge elettorale e per questa finta democrazia che fa vergognare a livello nazionale e umilia Genova e Liguria? Hanno offerto o rischiato la vita per veder catapultato qui Lorenzo Cesa? Per costringerci a votare un candidato imposto e con i resti eleggere un personaggio magari inqualificabile che grazie al nostro voto conquisterà l’immunità parlamentare? O per vedere la bella Boschi candidarsi in Tirolo, poiché non ha il coraggio di farlo nel suo collegio naturale?
Capite perché sono legittimi i dubbi sul voto o non voto che assillano oggi molti nostri concittadini? E perché è doveroso, di fronte a una simile umiliazione per la Liguria, almeno sdegnarsi?
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Emergenza politica: Genova e la Liguria umiliate dai leader nazionali da destra a sinistra
Ecco perché sono legittimi i dubbi sul voto o non voto
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