
Le novità però non sono finite. L'ex ministro Marianna Madia compare alla Camera come 'catapultata' dopo Franco Vazio nel collegio plurinominale Imperia-Savona (che comprende anche Genova fino a Sampierdarena), completato dal parlamentare uscente Lorenzo Basso e da Rosaria Augello, entrambi con pochissime chance di entrata. Il collegio levantino, invece, vede in testa Raffaella Paita (renziana, spezzina, sconfitta alle regionali del 2015), poi Cosimo Ferri, Marina Costa (genovese) e Gianni Calise. Di certo non sono nomi di spicco. Al Sanato, dopo il segretario regionale Vattuone, vengono piazzati l'uscente Anna Giacobbe, poi Pietro Mannoni ed Emiliana Orlandi.
Negli uninominali la vera sorpresa è Gianluigi Granero, presidente di Legacoop Liguria, candidato a Savona per la Camera. A Genova-Serra ecco Mario Tullo, deputato uscente, poi il consigliere regionale Pippo Rossetti a Genova-Bargagli e Massimo Caleo alla Spezia. Tra questi, Tullo e Caleo hanno buone possibilità di conquistare il seggio. Completano Anna Russo a Sanremo e Rosario Augello a Rapallo. Al Senato in partita ci sono Luigi De Vincenzi (Savona), la ministra Roberta Pinotti (Genova) e il paitiano Juri Michelucci (La Spezia).
In pratica poco o nessuno spazio per gli orlandiani e in generale per i genovesi, relegati a posizioni proibitive o mandati 'al macello' in seggi che si preannunciano durissimi da conquistare, eccetto l'ex segretario regionale Tullo. E ora il rischio che lo strappo si aggravi è sempre più concreto.
IL COMMENTO
Il lavoro al centro della battaglia elettorale, ma Genova non ha bisogno di promesse
Alla politica del futuro di Genova non interessa?