cronaca

Indagine sui lavori di ristrutturazione alla villa di famiglia
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Il pm Alessandro Bogliolo ha chiesto l'assoluzione, "perché il fatto non sussiste", nel processo per finanziamento illecito a singolo parlamentare, che vede imputato l'ex ministro Claudio Scajola, accusato di aver ottenuto sconti sui lavori di ristrutturazione di Villa Ninina, la residenza imperiese di famiglia. Chiesta l'assoluzione anche per l'imprenditore Ernesto Vento, titolare della Arco, che eseguì gli interventi, a partire dal 2004.



L'accusa riteneva che i pagamenti per la ristrutturazione della villa fossero inferiori rispetto al valore. Da qui l'ipotesi di illecito finanziamento. Scajola ha sempre negato gli addebiti. Ipotesi confortata dall'ingegnere Lorenzo Branca che nella relazione della perizia ha definito congrue le cifre pagate. Il pm ha contestato l'ipotesi di arricchimento patrimoniale per il ritardo (circa 4 anni) con cui Scajola pagò 700 mila euro per l'avanzamento dei lavori, con danno patrimoniale dell'impresa e mancato pagamento degli interessi, ma ha chiesto il non luogo a procedere per prescrizione. La sentenza il 16 febbraio.


"Sono stato sottoposto, da ormai quasi otto anni, alle accuse più svariate. Sono stato oggetto di 17 procedimenti penali: 15 sono stati chiusi positivamente per me e ora sta finendo pure questo". Lo ha detto l'ex ministro Claudio Scajola, all'uscita da palazzo di giustizia a Imperia. E l'avvocato Elisabetta Busuito ha commentato: "Abbiamo sviluppato tutte le nostre tesi per le quali quel reato non c'è e quel processo è iniziato soltanto perché al pm sono state fornite delle informazioni non corrette". Il legale pone sotto accusa anche le indagini: "Non si è mai visto un finanziamento alla suocera del parlamentare - ha detto Busuito, riferendosi al fatto che Villa Ninina è intestata alla famiglia della moglie dell'ex ministro - Dati quest'ultimi che non sono stati assolutamente apprezzati a livello investigativo. Non sapevano neppure che la casa non era di Scajola".