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Delusi e disillusi, spesso disinformati, ma vogliono comunque partecipare
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In vista delle elezioni del 4 marzo, dai sondaggi sembra che il trend tra i giovani sia quello di non recarsi alle urne. L'astensionismo tra i 18 e i 24 anni ha raggiunto il 65% nelle ultime elezioni amministrative, anche se per le politiche e per il referendum costituzionale è sceso fino al 40%. Ma sarà davvero così?

Lo abbiamo chiesto ai ragazzi genovesi: dopo un primo momento di smarrimento di fronte alla domanda "Sai cosa ci sarà il 4 marzo?", quasi tutti hanno detto che andranno a votare. Ma sui loro volti si leggono più delusioni che aspettative nei confronti della politica italiana.

Disinformati e disillusi, mostrano di avere comunque curiosità e voglia di partecipare, anche se le campagne elettorali si rivolgono poco ai giovani. C'è chi lamenta tutte le promesse non mantenute: "Come ha detto la mia prof di filosofia, ogni uomo appena entra in politica diventa un 'magna magna' ", ma c'è anche chi si mette nei panni del governo "è difficile dover accontentare tutti i cittadini".

Ecco perché nella prima puntata della trasmissione "Voto o non voto?" abbiamo riportato alcuni loro interrogativi. Le preoccupazioni principali sono università e lavoro: "Io vorrei sapere perché mio padre è senza lavoro da un anno. Si parla di un miglioramento della crisi, ma la crisi non migliora". Capisce bene questi timori Matteo Rosso (Fratelli d'Italia), ricordando quando ha iniziato a lavorare "È sempre stato difficile, i miei amici mi prendevano in giro per il fatto che volessi cambiare le cose. Ma quello che ha la gioventù è l'entusiasmo e non dovete perderlo".

Un altro tema caldo "che si affronta troppo poco" -sottolinea Luca Pastorino (Liberi e Uguali)- è quello dell'abolizione delle tasse universitarie. Ribatte l'Assessore ligure alla Formazione Ilaria Cavo "Il diritto allo studio deve coniugare reddito e merito, ma non può essere indistinto".

Tanti i messaggi giunti via Whatsapp (al numero 347 6766291). Un diciannovenne afferma che "non basta un voto", ma che ci vorrebbe un cambiamento radicale, mentre un universitario ha detto di aver già contattato l'ambasciata e l'ufficio elettorale per poter votare durante il suo Erasmus in Lettonia. È vero, come ha affermato Andrea Melis (Movimento 5 Stelle), che "negli anni la politica ha deluso", ma vi è ancora un forte interesse.

"I giovani si appassionano in campagna elettorale ai messaggi forti e in questo momento ce ne sono pochi" sostiene Edoardo Rixi (Lega). "I ragazzi hanno una loro complessità e vanno presi sul serio. Pensare che si lascino abbindolare facilmente è un errore che si fa spesso in politica", conclude Lorenzo Basso (PD).