
"Se riusciremo ad aggregarci ai tavoli bene, altrimenti anche noi saremo costretti a chiamare i liguri a conquistare un pezzetto di autonomia con il voto", ha chiarito il presidente ligure. Dunque niente referendum, ma solo per ora, strategia diversa da quella dei colleghi Maroni e Zaia, ma anche dalla linea di Chiamparino, che esclude a priori di chiamare i cittadini perché rifiuta l'approccio politico figlio della Lega Nord. Approccio che, invece, Toti non disdegna del tutto.
La delibera, approvata in giunta, passerà nel 2018 all'esame del consiglio regionale. Un tema, quello dell'autonomia, che ha già trovato condivisione al di là della maggioranza, col M5s che proponeva il referendum e il Pd che ha offerto sponda su alcune materie. La parola va dunque al Governo, che dovrà decidere se aggregare o meno la Liguria ai tavoli previsti per Piemonte e Lombardia.
IL COMMENTO
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