cronaca

Bucci ha incontrato i lavoratori nel pomeriggio
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Presidio e protesta dei lavoratori della Rinascente di Genova, a rischio licenziamento dopo che il management ha annunciato di voler chiudere il punto vendita ligure nel 2018. I sindacati confederali hanno proclamato uno sciopero e organizzato un corteo da largo XII Ottobre alla sede del consiglio regionale. In giornata avrebbe dovuto tenersi un incontro tra Comune, Regione e i dirigenti dell'azienda, poi saltato e rinviato al 15 dicembre. 

"Vogliamo un tavolo per discutere delle soluzioni reali, non possiamo più aspettare. Ma pretendiamo di esserci anche noi - spiegano Nicola Poli di Filcams-Cgil e Cristina D'Ambrosio di Uiltucs - ai genovesi chiediamo di mobilitarsi con noi perché a rischio non c'è solo la Rinascente, è un momento di crisi per tutta l'economia genovese. Il terziario conta il 60% del Pil di questa regione. I dipendenti hanno già fatto sacrifici per cinque anni, ora l'azienda scappa col bottino".

In bilico ci sono una sessantina di lavoratori diretti, per cui al momento non sono disponibili ipotesi di ricollocamento, più l'indotto che ammonta a circa 20 addetti. 

 "Noi temiamo che ci possano essere altre situazioni di crisi in altre città - conclude Silvia Avanzino, segretario di Fisascat Cisl - e temiamo che l'intento sia quello di rimanere con sole due sedi, a Roma e Milano. L'unica proposta che, in questo momento siamo in grado di accettare è che l'azienda ripensi alla sua scellerata decisione perché il punto di Genova può ancora funzionare".

"L'impegno sarà quello di chiedere all'azienda di incontrare i rappresentanti dei lavoratori, dopo che sarà finito l'incontro istituzionale con la città e la Regione. Se l'azienda non dovesse accettare, stigmatizzandone il comportamento proseguiremo il confronto noi con i sindacati", ha garantito il presidente Toti dopo aver incontrato i lavoratori in consiglio regionale.

Il governatore assicura di tenere molto a questa vertenza per quello che rappresenta Rinascente per la città. "Non voglio neanche pensare a soluzioni alternative prima di avere affrontato la vertenza fino in fondo. Quell'ambiente non può rimanere chiuso e non ci possiamo permettere che quel marchio se ne vada".