cronaca

La tavola rotonda su Primocanale alle 21
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I problemi sociali e psicologici causati dal gioco d'azzardo, una piaga che coinvolge migliaia di Italiani ogni anno. E' questo il tema del convegno crossmediale di Terrazza Colombo che vedrà protagonisti istituzioni ed esperti della materia. "L'azzardo non è un gioco", questo il titolo del convegno. Primocanale ha seguito in diretta streaming il convegno

Alla tavola rotonda presenti l'assessore regionale alla sanità Sonia Viale, il deputato del Pd Lorenzo Basso, il vicepresidente di Federgioco Olmo Romeo, la portavoce del coordinamento regionale del progetto "mettiamoci in gioco" Chiara Volpato, la rappresentante dell'associazione "L'ancora" Sara Sartore.


E' stata l'occasione per un confronto sui rischi patologici dell'azzardo, sulle conseguenze sociali, senza tralasciare gli aspetti legislative e sulle attività di recupero per le persone dipendenti dal gioco.


GLI INTERVENTI: 



Sonia Viale, assessore regionale alla Salute: 
"Tutte le degenarazioni del gioco d'azzardo hanno notevoli conseguenze sulla sanità regionale. La Regione per affrontare al meglio il tema ha avviato una serie di incontri con le diverse associazioni di categoria in modo da trovare le misure più opportune. Abbiamo concordato di far pervenire entro la fine di novembre una serie di proposte utili a contrastre il fenomeno, in modo da iniziare a lavorare già dai primi giorni di dicembre, serve una soluzione condivisa. Il governo ha predisposto un testo base da cui ripartire. Noi trattiamo con le Asl territoriali i casi che sono già stati identificatri come casi estremi e che provacano gravi consegiuenze a livello sociale, poi c'è tutto un lavoro di prevenzione. Il governo ha però sbagliato le modalità di finanziamento alle Regioni, è seguito un ricorso al Tar e tutto è stato bloccato. Ci auguriamo che tutto si risolva il prima possibile.




Olmo Romeo, vice presidente di Federgioco: "E' un tema che viviamo con senso di responsabilità, conosciamo le problematiche che la ludopatia provoca. Nel nostro programma di presidenza c'è un'attenzione particolare proprio su questo. Abbiamo proposto come sede il Casinò proprio per dare un segnale. Vogliamo dimostrare che questo è un tema a cui abbiamo sempre dedicato particolare attenzione. Ci siamo sempre preoccupati di segnalare quelle persone che hanno superato quello che è il normale divertimento. Ci basta una segnalazione e noi attiviamo subito le diverse misure. Quando questo avviene quei soggetti non hanno più la possibilità di accedere alle sale giochi”



Chiara Volpato, portavoce "Mettiamoci in gioco" - Libera: "Libera è una rete di associazioni che a livello regionale si sono mosse per sensibilizzare la cittadinanza sulle problematiche causate dal gioco d'azzardo. Ma ci siamo mossi anche per instaurare un dialogo proficuo con le istituzioni. Il gioco deve essere legale, ma deve essere equo e controllato. Bisogna evitare che si producano esiti letali, come tante volte è successo”.


Sara Sartore, Associazione "l’Ancora": "Grazie all'integrazione tra il pubblico e il privato stiamo portando avanti tutte le attenzioni possibili sulla tematica affrontata oggi. Sono soprattutto gli anziani le persone che arrivano al Sert, ma questa è solo la punta dell'iceberg. Negli ultimi anni c'è stato un aumento di segnalazioni ma la maggior parte è ancora lontana dal rivolgersi a noi. Il problema maggiore dipende la diffusione delle slot sul territorio. Ma oggi a preoccupare sempre di più è anche il gioco accessibile via web: Questo è un punto cardine su cui bisogna dedicare attenzione. Sappiamo che monitorare questo aspetto è molto complicato”.







Olmo Romeo, vicepresidente Federgioco: “Il proibizionismo probabilmente non è la strada giusta da seguire fatto ma certamente bisogna intervenire. La paura è che il giocatore patologico trovi comunque altri canali per giocare.



Sonia Viale, assessore regionale alla Salute: “Regioni e enti locali non hanno benefici da questo tipo di attività, sono invece un costo sanitario e sociale importante. Con il presidente Toti e l’assessore allo Sviluppo economico Rixi ci siamo confrontati più volte su questo tema. Bisogna trovare una sintesi corretta tra istituzioni e associazioni. La ludopatia provoca conseguenza anche sulle attività commerciali. Bisogna però trovare l’alternativa a favore di quelle realtà che basano parte dei loro introiti sul gioco d’azzardo”.



Mirella Stefanini, responsabile Sert distretto 13: “E’ un problema che coinvolge giovani ma soprattutto anziani, sono infatti tantissimi gli anziani colpiti. Sono più facilmente le persone dai 30 ai 50 anni a rivolgersi a noi. Mentre nel caso del pensionato sono soprattutto i parenti a intervenire e a segnalarci le diverse situazioni. Molto spesso capita che giochino molto più di quello che possiedono. Si giocano la casa, consumano tutta la pensione, rubano i gratta e vinci, ma si arriva anche a casi più estremi come rubare il bancomat e i gioielli dell’amica”



Chiara Volpato, portavoce "Mettiamoci in gioco" – Libera: “Dobbiamo trovare una legge che possa limitare l’offerta e il ‘consumo’ del gioco d’azzardo. La vera cosa da fare è quella di poter creare un gioco legale ma tutelato.


Sara Sartore, Associazione "l’Ancora: “Il profilo dei ludopatici? Colpisce soprattutto la fascia di età che va dai 55 agli 85 anni. A volte è la situazione di solitudine che avvicina al gioco. Quando si raggiunge la pensione si entra infatti in una fase critica della vita. E il gioco da situazione socializzante diventa una vera malattia, con conseguenze economiche gravi. Ma non solo, a quel punto si hanno stravolgimenti anche all’interno dell’ambito familiare e quindi sociale. E’ a tutti gli effetti una dipendenza”.



Paolo Pezzana, sindaco di Sori: “Cosa può e deve fare un amministratore? Diverse cose che si articolano su più livelli. Dare orari, garantire la lontananza delle macchinette da scuole e altri luoghi di aggregazione. Capita spesso di entrare al bar e vedere signore e signori seduti davanti alle slot già alle prime ore della mattina. Ma gli amministratori devono partire anche da un aspetto culturale ed educativo . Servono associazioni e centri che coinvolgano questi soggetti e gli allontanino dal gioco. Bisogna creare opportunità a livello di comunità che impedisca che una persona, giovane o anziana si rivolga a questo genere di attività. Purtroppo quello che succede è un percorso a spirale, poi si arriva a un punto in cui non è possibile tornare indietro. La responsabilità educativa è centrale. Come amministrazione si può lavorare in due direzioni: maggiori alternative da un lato; ma anche sovvenzioni a quei locali che pur potendo decidono di non mettere e rinunciare alle macchinette”.



Mirella Stefanini, responsabile Sert distretto 13: “Sono tanti i problemi prodotti dal gioco d’azzardo: ci sono disturbi di alimentazione, disturbi psichici e disturbi cardiaci. Ma non solo, spesso al gioco viene associato anche l’abuso di alcool”.




Olmo Romeo, vicepresidente Federgioco: “La prossima barriera sarà sicuramente il gioco online. Ci sono aziende multinazionali che richiama grandi personalità che sponsorizzano il gioco. Questo è un problema di grandi dimensioni e serve una regolamentazione attenta e puntuale. E’ e sarà un problema importante”.

Lorenzo Basso, deputato Pd: “Il gioco online è molto pericoloso, sappiamo che si può intervenire con la legge, sappiamo cosa si può fare, sappiamo come intervenire. Il tratto caratteristico è la compulsività. Dobbiamo progettare misure educative e culturali per limitare questo grave problema sociale. Negli ultimi 20 anni c’è stata una liberatoria totale del gioco d’azzardo. Le misure esistono, serve ad esempio un divieto totale delle pubblicità, è diventata invasiva. C’è un dato che rende bene l’idea: si è passati negli ultimi anni a un fatturato da 5 a 90 miliardi di euro, questo perchè si è concesso che gratta e vinci e altri sistemi prendessero il sopravvento e diventassero invasivi. Non sono per il proibizionismo, ma un conto è trovarsi le opportunità ovunque, un altro conto andare in un luogo specifico dedicato a questi giochi. Molto spesso si ha l’idea che il giocatore sia il colpevole, ma il giocatore è una vittima di questo sistema. Ci sono percorsi di uscita ma sono lenti e faticosi. Ma dobbiamo assolutamente limitare la pervasività del gioco”.


Alberto Montani, vicepresidente Fondazione antiusura: “L’esplosione del gioco d’azzardo si è moltiplicata negli ultimi anni. C’è stato un aumento del 300% delle persone che si sono rivolte a noi. Più c’è crisi più si gioca: Negli ultimi dieci anni il Pil è diminuito ma il fatturato del gioco è più che raddoppiato. Noi interveniamo sempre quando riteniamo che col nostro aiuto si possa riportare alla sufficienza e sopravvivenza la persona che ci chiede una mano. Aver evitato la perdita del lavoro, evitare situazioni più a rischio: questo è il nostro compito. Le persone considerate patologiche sono il 2% ma quelle che si rivolgono alle Asl sono il 2% di quel 2%. E’ un numero bassissimo”.


Lorenzo Basso, deputato Pd: “Lo stato non può incentivare una situazione che provoca danni, conseguenze e costi sociali. Serve una riduzione progressiva del fenomeno”.



















Alle 21 il convegno sarà trasmesso su Primocanale (Ch. 10).