Uscita di Marcegaglia dalla cordata Ilva e cessione delle acciaierie di Piombino per rientrare nei limiti di concentrazione del mercato. Potrebbe essere questa la strategia per accontentare l'Antitrust europeo, che lo scorso 8 novembre ha avviato un'indagine approfondita sull’acquisizione degli impianti da parte di Am Investco Italy. Dall'Ue ancora nessuna richiesta ufficiale, solo indiscrezioni.La Commissione europea teme che l'operazione metta a rischio la concorrenza e provochi un aumento dei prezzi sui prodotti in acciaio usati dalle imprese. ArcelorMittal, quindi, dovrebbe diminuire la propria presenza sul mercato: un modo per farlo senza rinunciare all'intero pacchetto Ilva sarebbe cedere lo stabilimento di Piombino, l'unico posseduto in Italia, a un altro soggetto, per esempio Arvedi, a sua volta escluso dalla procedura per l'acquisizione degli asset che furono dei Riva.
La seconda richiesta avrebbe a che fare con Marcegaglia, l'investitore che doveva garantire gli interessi nazionali nell'operazione. Che il gruppo volesse smarcarsi, però, è cosa vociferata da tempo, visti i pesanti debiti con Intesa Sanpaolo e con Ilva stessa. Se l'Antitrust ufficializzasse la richiesta di defilarsi, resta da capire a chi Marcegaglia cederà la propria quota: se a un altro socio (presumibilmente Intesa) o se proprio a Mittal.
Tutto questo, comunque, non dovrebbe pesare sulla partita di Cornigliano, giocata tutta su investimenti, livelli di produzione e occupazione. Formalmente, se Marcegaglia esce dalla cordata, si dovrà procedere a una ricapitalizzazione.
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