cronaca

Vertice a Roma con Calenda, fiducia da Fim e Uilm
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Riprende a Roma la trattativa tra Governo e Am Investco Italy per la cessione di Ilva: soddisfatti dopo il vertice al Mise il ministro Calenda e i sindacati, tranne la Fiom, che annuncia: "Siamo pronti a tornare in piazza". Confermati il livello minimo di 10mila assunzioni - e quindi oltre 4mila esuberi in tutta Italia - e i livelli salariali attuali.  Prossimi appuntamenti il 9 novembre per il tavolo sul piano industriale ed il 14 novembre per quello sul piano ambientale.

"Il tavolo cercherà di ridurre gli esuberi", assicura il ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda. Ma la Fiom genovese, che non era presente all'incontro, va avanti col braccio di ferro. "L'accordo di programma continua a non essere garantito e il Governo non risponde - tuona il segretario Bruno Manganaro - Si parte sempre da una lettera dove si dice che a Genova ci saranno 600 esuberi".

Insomma, i metalmeccanici della Cgil potrebbero scioperare e bloccare ancora una volta la città. L'aut aut scade alla fine di questa settimana: "Se arriva la convocazione del tavolo su Genova, ci fermiamo - spiega ancora Manganaro - altrimenti noi torniamo in piazza. L'atteggiamento del Governo è irriguardoso, così non si può andare avanti". 

Di diverso avviso la Fim-Cisl, che invece giudica positivamente la ripresa della trattativa e ritiene "congelato l'articolo 47", cioè la procedura di cessione. In altre parole il sindacato guidato a Genova da Alessandro Vella sostiene che ci sia spazio per trattare sugli esuberi previsti a Cornigliano, cosa su cui la Fiom nutre molti più dubbi. "Con spirito proficuo e costruttivo, ora lavoriamo sul metodo, scomponendo l’azienda per ogni area per fare un ragionamento di merito e su ogni area affrontare i temi che prevedono il vostro piano industriale su occupazione, investimenti e ambiente e le nostre controdeduzioni", scrive il segretario nazionale Bentivogli. 

Cauto l'atteggiamento della Uilm. "Se son rose fioriranno e questo lo vedremo negli incontri successivi - dice il segretario genovese Antonio Apa - Tutti i lavoratori devono essere dipendenti Mittal e dimostreremo nei confronti programmati l’incongruità del piano industriale rispetto agli organici reparto per reparto. Su Genova abbiamo rimarcato l’attuazione del’accordo di programma e l’uso delle aree in termini industriali". 

ArcelorMittal in una nota "ha confermato i suoi impegni ad occupare almeno 10.000 addetti"
e ha "riconosciuto l'attuale struttura salariale di Ilva, specificatamente nelle parti fisse e variabili e si è impegnata a rispecchiarla nella sua offerta relativa all'occupazione". ArcelorMittal si è anche "impegnata a riconoscere l'anzianità di servizio in Ilva e si è detta aperta a discutere il possibile riconoscimento dei contratti esistenti e dei relativi diritti".

"Ho visto con piacere la dichiarazione del ministro Calenda che ha dato la sua disponibilità a un tavolo istituzionale che è quello che avevamo chiesto quando abbiamo incontrato in Prefettura le maestranze e i sindacati di Ilva. A quel tavolo porteremo la specificità di Genova e della Liguria su cui pesa un accordo di programma che vale ancora per i livelli produttivi e occupazionali ma anche per il suo destino futuro". Lo ha detto Giovanni Toti. "Ben venga un tavolo istituzionale che tenga informate e faccia partecipare le istituzioni a quel grande cambiamento che segue la privatizzazione di cui tutti ci auguriamo abbia un grande successo nel futuro - ha detto Toti - Un tavolo che monitori anche le ricadute sul territorio a livello occupazionale, ambientale e sociale sulla base dei patti che esistono e delle regole che ci siamo dati quando venne firmato l'accordo di programma di questa città".