cronaca

La Fiom rifiuta di trattare: "Se non cambia torniamo in piazza"
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"Il Governo vuole fare il gioco delle tre carte. Noi non ci stiamo e non rimarremo in silenzio. Siamo pronti a scendere di nuovo in piazza". Il segretario genovese della Fiom, Bruno Manganaro, ha in mano la convocazione formale del Governo per la trattativa Ilva con appuntamento al 31 ottobre. E in quel documento, arrivato due settimane dopo la grande mobilitazione, c'è quella che i sindacati vedono come l'ennesima presa in giro. 

Dunque altri giorni roventi in arrivo per Genova, tra fine ottobre e inizio novembre. Parti riconvocate "a seguito della lettera del 6 ottobre", si legge in quel foglio. Si tratta della lettera che, almeno in teoria, era finita nel cestino dopo che il Governo che l'aveva dichiarata "irricevibile". Invece proprio da stracciare non lo era, soprattutto al capitolo esuberi, che nessuno sembra aver messo davvero in discussione. Risultato? La Fiom ancora una volta risparmierà sul biglietto per Roma. "Non andremo a fare una trattativa finta che finirà con un pasticcio", ripete Manganaro. 

Ulteriore aggravante, il silenzio totale del Governo sul tavolo Genova. Il prefetto Spena, il sindaco Bucci e il presidente Toti hanno chiesto "con urgenza" un incontro sull'accordo di programma per Cornigliano. Passate due settimane, la pazienza è agli sgoccioli. "Se non arriva una data, torniamo a scioperare. Decideremo come e quando, ma lo faremo", aggiunge Armando Palombo della Rsu. 

Difficile, però, che la mobilitazione scatti lo stesso 31 ottobre. Considerate le festività a seguire, iniziative come l'occupazione a oltranza della fabbrica, annunciata e poi subito ritirata lo scorso 9 ottobre, sarebbero difficili da realizzare. Quindi si va verso novembre: un vantaggio per il Governo, che avrà più tempo per raffreddare l'agitazione e chiamare tutti nella capitale.