Schiarita sulla trattativa Ilva. Dopo aver interrotto il tavolo di negoziato lo scorso 6 ottobre, il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda ha annunciato di volerlo riconvocare "a breve", con ogni probabilità già nella prossima settimana. A convincere il Ministro, le informazioni avute dai Commissari Straordinari che in questi giorni hanno tenuto aperto il dialogo con Am InvestCo.
Enrico Laghi, Carlo Carrubba e Pietro Gnudi hanno informato Calenda della "disponibilità di AMInvestCo ad affrontare, conformemente agli impegni presi, i temi essenziali della negoziazione con le rappresentanze sindacali, quali i livelli occupazionali, le garanzie normative e i livelli retributivi".
In altre parole il colosso Franco-Indiano sarebbe disposto a riaprire la trattativa a partire dal livello di 10.000 occupati (e 3.300 esuberi, non più 4.000 grazie ad uscite e pensionamenti) con un costo medio lordo del personale di 50.000 euro ad addetto. Il confronto - aggiunge ancora Calenda - "terrà conto della sostenibilità economica e finanziaria del piano industriale".
Ci sarebbe dunque una disponibilità da parte della società ad allargare il perimetro economico per venire incontro alle richieste dei sindacati, pur tenendo conto del perimetro economico di partenza. A breve giro da Am arriva la conferma della riapertura del Tavolo.
"Siamo desiderosi di trovare una soluzione che assicuri un futuro solido e sostenibile per Ilva e per i suoi stakeholder, compresi ovviamente i dipendenti" si legge nella nota di ArcelorMittal, titolare dell'85% di Am InvestCo, la società in partnership col gruppo Marcegaglia che si è aggiudicata l'Ilva. "È importante incontrare i sindacati per approfondire e discutere il nostro piano industriale e ambientale" aggiungono da ArcelorMittal.
Da parte dei sindacati, la Fiom ribadisce il persistere dell'"opacità del negoziato". "E' singolare apprendere da una nota emessa dal ministero dello Sviluppo economico, e non direttamente, che il ministro Calenda riconvocherà il tavolo di confronto sulla vertenza Ilva in tempi brevi" afferma la Fiom che conferma la sua linea dura su livelli retributivi e di battersi per "zero esuberi" e per tutelare i 7.000 dipendenti dell'indotto.
Mentre da parte della Fim-Cisl, Marco Bentivogli auspica l'apertura di "un negoziato vero che non lasci spazio a politicizzazioni e strumentalizzazioni elettoralistiche" prevedendo che il negoziato sarà "durissimo per centrare i nostri obiettivi".
cronaca
Ilva, schiarita sulla trattativa: Am Investco pronta al dietrofront su stipendi ed esuberi
Ma la Fiom critica: "Negoziato opaco"
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