In Liguria nel corso del 2017 vengono stimati circa 12.000 nuovi casi di malattie oncologiche. E anche se non sono disponibili dati ufficiali, si registra un forte aumento delle diagnosi di tumori del sangue, la cui incidenza, secondo gli ematologi, sarebbe raddoppiata negli ultimi anni, in primo luogo per il costante incremento dell’età media della popolazione. Uno scenario regionale in evoluzione che merita grande attenzione da parte dei medici e delle istituzioni.
Sostenere i pazienti di Genova e della Liguria affetti da leucemia mieloide cronica è l’obiettivo dell’evento “Le parole che abbiamo in comune”, in programma sabato 7 ottobre a Genova, presso il Castello Simon Boccanegra, Largo Rosanna Benzi 10, a partire dalle ore 9.30 fino alle 13.30.
L’iniziativa è promossa da Novartis in collaborazione con i due reparti ospedaliero e universitario di Ematologia dell’Ospedale Policlinico San Martino di Genova e rappresenta la quarta tappa di un ciclo di incontri in programma in tutta Italia.
Grazie a un format innovativo, in ogni incontro gli specialisti ematologi e i pazienti con leucemia mieloide cronica si confrontano sulle parole chiave che caratterizzano le fasi del percorso di cura, condividendo i significati e le emozioni evocate da queste “parole comuni”. Un modo per abbattere le barriere tra medici e pazienti e costruire un rapporto di fiducia.
La Leucemia Mieloide Cronica è stata, tra le malattie del sangue, tra le prime a beneficiare della rivoluzione legata all’avvento delle terapie mirate che dall’inizio degli anni 2000 hanno aumentato la sopravvivenza e avvicinano sempre più la speranza della guarigione.
"In passato, fino al 2000 circa, per i pazienti affetti da Leucemia Mieloide Cronica l’aspettativa di vita non superava i 3-4 anni, e la sola speranza era il trapianto allogenico di cellule staminali – dichiara Marco Gobbi, Professore ordinario di Ematologia all’Università di Genova e Direttore della Clinica ematologica dell’Ospedale Policlinico San Martino – dopo l’avvento di Glivec, capostipite delle terapie mirate, primo inibitore della tirosin-chinasi, i pazienti possono contare su una speranza di vita ormai sovrapponibile a quella della popolazione generale mentre il ricorso al trapianto è praticamente crollato. Oggi lavoriamo per migliorare la qualità di vita dei pazienti, controllando al meglio gli effetti collaterali, e monitoriamo la malattia in tutte le sue fasi perché il rischio di progressione è sempre in agguato e deve essere contrastato. Oggi gli inibitori di seconda e terza generazione possono dare risposte adeguate e riescono a essere attivi anche su particolari mutazioni e resistenze".
I due reparti di Ematologia dell’Ospedale Policlinico di Genova sono le strutture di riferimento per l’ematologia dell’adulto per tutto il territorio genovese e per i Centri di tutta la Regione.
"Iniziative come 'Le parole che abbiamo in comune' sono sempre benvenute dai pazienti e dai medici – sottolinea Emanuele Angelucci, Primario della Divisione ospedaliera di Ematologia con trapianto dell’Ospedale Policlinico San Martino di Genova – incontri di questo tipo per i pazienti sono un momento importante di condivisione del vissuto di malattia e offrono agli stessi pazienti e alle loro famiglie, ma anche a noi ematologi, un “sapere aggiunto” sulle terapie innovative, la gestione degli effetti collaterali e, oggi, la possibilità di interrompere definitivamente il trattamento".
Oltre all’attività clinica, i due centri ematologici dell’Ospedale Policlinico San Martino eseguono trapianti e si avvalgono di laboratori d’avanguardia per la diagnostica e il monitoraggio della LMC. Le due strutture, sia quella ospedaliera sia quella universitaria, portano avanti studi di ricerca clinica e sperimentale, partecipano a protocolli terapeutici nazionali e internazionali. Sono oltre 200 i casi di Leucemia Mieloide Cronica seguiti dagli specialisti e quasi 30 le nuove diagnosi per anno, con un’età media di 55 anni e un picco tra i 50 e i 60 anni.
Oggi la Leucemia Mieloide Cronica può essere trattata anche con gli inibitori della tirosin-chinasi di prima, seconda e terza generazione, e in tal senso i due centri ematologici dell’Ospedale Policlinico San Martino hanno maturato una grande esperienza, grazie ai quali è possibile raggiungere una risposta molecolare sempre più profonda che può mettere in condizione il paziente di poter sospendere la terapia.
L’iniziativa “Le parole che abbiamo in comune”, che i due reparti di Ematologia dell’Ospedale Policlinico San Martino di Genova ospiteranno domani, arriva sulla scia di altri progetti e incontri tra gli specialisti e i pazienti con Leucemia Mieloide Cronica, ed è quindi l’evoluzione naturale di un dialogo già avviato con i pazienti sulla qualità della vita che gli ematologi ritengono fondamentale, per la gestione globale del paziente con LMC e la sua adesione alla terapia.
salute e medicina
Dodicimila nuovi casi di tumore in Liguria nel 2017. Leucemia mieloide, le parole giuste per affrontarla
In Liguria nel 2017 circa 12.000 nuovi casi di tumore
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