cronaca

I dati sulla popolazione del capoluogo
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 Un tema tabù di cui si parla poco, eppure i numeri sono drammatici, sono cifre da auto-estinzione, cui dovremmo porre rimedio. Senza i migranti saremmo probabilmente 450.000


Si tratta forse di una delle emergenze principali della città, ma allo stesso tempo è un tema poco dibattuto, quasi un tabù, a inizio gennaio 2017, ultimo dato annuale disponibile, Genova conta 583.601 residenti (con il 28% di over 65), si è ormai lontani dalla quota dei 600.000 abitanti e lontanissimi dal massimo storico raggiunto dalla città 52 anni fa con 848.121 abitanti. Solo nell’ultimo anno, fra il 1 gennaio 2016 e il 1 gennaio 2017 si sono persi circa 3.000 abitanti, una ecatombe.

E’ pesantissimo il ridimensionamento demografico (decremento del 31% rispetto al 1965) che la città ha attraversato negli ultimi decenni, un terzo della città non c’è più. A Genova l’emergenza demografica ha radici molto profonde (e lontane nel tempo) e conseguenze gravi, complice un tasso di natalità tra i più bassi d’Italia (6,3 per 1.000 residenti) e un tasso di mortalità fra i più alti d’Italia (13,9 per 1.000 residenti). In poche parole ogni anno a Genova, ormai costantemente, i morti (7.873 nel 2016) sono più del doppio dei nati (3.703 nel 2016).


Il decremento degli italiani per anni è stato parzialmente compensato dai flussi di stranieri in entrata (a fine 2016 si registravano 54.678 stranieri ufficialmente residenti pari al 9,4% della popolazione di cui 14.248 ecuadoriani, 5.991 albanesi e 5.176 romeni) e dal contributo alla natalità dato da questi. Sono i residenti non italiani a tamponare, almeno in parte, il declino demografico genovese, poiché una quota di loro acquisisce progressivamente (a certe condizioni) la cittadinanza italiana, è lecito presuppore che senza il loro contributo i residenti sarebbero circa 450.000. 

Ma anche i processi migratori si stanno attenuando e perfino si segnalano dati in controtendenza con fenomeni di redistribuzione dei migranti in altre aree italiane meno interessate alla crisi economica, gli spostamenti in altri paesi europei o il fenomeno del ritorno in patria nel caso degli ecuadoriani (1.000 ecuadoriani in meno nell’ultimo anno, in parte per trasferimenti in parte per acquisizione di cittadinanza italiana). Da Genova fuggono anche i genovesi, negli ultimi 10 anni, circa 100 giovani all’anno si sono trasferiti a Milano e circa 200 all’anno all’estero, anche questo fenomeno contribuisce ad indebolire la città, soprattutto se non si attirano altri giovani con elevati livelli formativi; questo dovrebbe essere l’obiettivo di una città con caratteristiche demografiche, ormai strutturali, come quelle che abbiamo descritto.

 

*Francesco Gastaldi, Professore associato di Urbanistica, Università IUAV Venezia