politica

Minniti: "Monitoratelo". Paita: "Si dimetta"
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 Il sindaco di Pontinvrea, Matteo Camiciottoli, dopo il post su Facebook con cui proponeva di far scontare agli stupratori di Rimini i domiciliari "a casa della Boldrini, chissà che non le mettano il sorriso", ha scritto alla presidente della Camera per scusarsi, ma soltanto per quest'ultima espressione. "Non rinnego niente del mio post tranne la parte in cui scrivevo 'chissà che non le mettano il sorriso' - spiega il primo cittadino del paesino savonese - su una pagina ufficiale non l'avrei mai scritto mentre sulla mia da libero cittadino 'esagerando' l'ho scritto".

E' lo stesso Camiciottoli poi a far chiarezza sulla sua posizione all'interno dell'Anpci: "Sto valutando se fare un passo indietro o meno, a breve prenderò una decisione". 

Le polemiche, però, non si placano. Il ministro dell'Interno, Marco Minniti, ha chiesto al prefetto di Savona Giorgio Manari di monitorare il primo cittadino. Camiciottoli replica: "Strano che chieda al Prefetto di monitorare questo pericoloso estremista e non abbia detto nulla sulle esternazioni gioiose del sindaco di Firenze quando 'scherzosamente' subito dopo l'attentato di Barcellona (dove hanno perso la vita tante persone tra cui degli italiani) gridava Allah Akbar".

Il ministro della Pubblica Istruzione Valeria Fedeli invece ha chiesto le pubbliche scuse del sindaco, che ribatte: "In coerenza sono pronto a farlo se Lei chiede scusa e si dimette per aver mentito al popolo italiano", riferendosi al curriculum in cui si diceva laureata senza esserlo. La consigliera regionale ligure del Pd Raffaella Paita infine ha chiesto le dimissioni da sindaco di Camiciottoli ("Non merita di stare nelle istituzioni"), lui replica: "Chieda prima per coerenza le dimissioni dal suo partito di Renzi, che ha deriso una signora anziana che voleva solo i suoi risparmi".