cronaca

Era stato condannato per un giro di prostituzione
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Si faceva chiamare Fabio Biasotti, ma il suo vero nome era Salvatore Santarsia. Le cronache genovesi ne parlano dal 1995, faceva il gigolò. Nel 1998 la Polizia scoprì che era lui a gestire un giro di escort fatte arrivare dalla Repubblica Ceca e riservate a clienti facoltosi. Arrestato e incarcerato per sfruttamento della prostituzione, quindi liberato e di nuovo incriminato nel 2004. Da allora aveva fatto perdere le sue tracce, diventando il latitante più 'longevo' per le forze dell'ordine genovesi. La sua fuga è finita a Rapallo, grazie all'intuito di un carabiniere fuori servizio che lo ha scoperto e fermato mentre se la spassava in vacanza.

Santarsia era stato colpito da un mandato di cattura internazionale, ma nessuno era mai riuscito a braccarlo. Tutti però avevano capito che si trovava in Repubblica Ceca, dove continuava a vivere coi proventi della sua attività illecità. A proteggerlo c'era una serie di documenti, sia italiani sia ciechi, che riportavano una finta identità.

Ma il passo falso lo ha fatto, a sua insaputa, in un internet point di Rapallo lo scorso 2 agosto. Lo stesso dove aveva appena finito di consultare il pc un carabiniere 40enne del Nucleo Radiomobile di Santa Margherita, diretto dal comandante Simone Clemente. L'appuntato, in quel momento fuori servizio, si alza e Santarsia prende subito il suo posto con fare sospetto. Per prima cosa guarda la cronologia, poi invia una mail con una fotocopia della sua carta d'identità. Il Carabiniere vuole vederci chiaro e a sua volta va a consultare i dati di navigazione. E scopre nelle ricerche recenti proprio quel nome: Salvatore Santarsia.

Un nome che dice poco, a prima vista. Il carabiniere torna in stazione, controlla coi colleghi l'archivio e scopre che quell'uomo era ricercato da ben 13 anni. Le speranze di incrociarlo di nuovo sono minime, ma il carabiniere non si dà per vinto. Così lo cerca, insieme a un altro collega in borghese, al concerto di Cristicchi e Mogol, sul lungomare, la sera del 4 agosto. Ed eccolo, il latitante, confuso in mezzo al pubblico. I due militari lo seguono e infine lo bloccano.

L'uomo si giustifica: "Avete sbagliato persona".
E mostra il suo corredo di documenti: una patente rilasciata in Repubblica Ceca a nome di Fabio Biasotti, un passaporto con la stessa identità usato per affittare la casa in cui passava le vacanze, una finta denuncia alla Questura (con tanto di timbro contraffatto). Ma il volto combacia perfettamente con quello noto alle forze dell'ordine e presente sulla carta d'identità - vera - che il fuggitivo portava con sé. Per assicurarsi ulteriore copertura, l'uomo era arrivato a Rapallo insieme a una donna coi suoi due figli, in modo da non dare nell'occhio. Ora deve scontare una condanna di oltre 6 anni e dovrà rispondere anche di truffa aggravata, falso e sostituzione di persona.