politica

Un partito "liberale di sinistra"
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Domenica 30 aprile in Italia è nato il PdR, il partito di Matteo Renzi. E’ un partito come bene lo ha definito il politologo Michele Salvati sul Secolo XIX, “liberale di sinistra” che sicuramente non può convivere con il tradizionalismo di D’Alema e Bersani, che forse può trovare curiosità nella formazione progressista colta di Giuliano Pisapia e che potrebbe dialogare con un centrodestra non a esclusivo traino leghista. Materia complessa. 

Quello che a noi interessa, da genovesi, è che è nato anche il PdR di Genova, che prima non c’era proprio, tanto che il Pd, in difficoltà a trovare un suo candidato dai consensi possibili (no di Luca Borzani, no del professor Lorenzo Cuocolo) ha dovuto cercare un “non Pd” dalle caratteristiche “popolari”. Cioè un uomo del popolo che fosse in grado di parlare con la gente in strada, anche se legatissimo alla giunta popolarmente “destituita” di Marco Doria. Ora il problema è semplice anche se alcuni notabili come Pippo Rossetti si affrettano a dire in tv a Primocanale “che tutto va ben madama la marchesa” e che non cambierà nulla.

Da qui alle comunali dell’11 giugno formalmente non cambierà niente: tutti si vorranno un gran bene e lotteranno per far andare al ballottaggio il candidato sindaco. Ma a ottobre, quando il Pd genovese ufficialmente col congresso e il nuovo segretario diventerà PdR di Genova, cioè un Pd a trazione assolutamente renziana, l’aria cambierà. Se Crivello non avrà vinto, il nuovo partito guidato chissà da chi? (Rossetti? Pandolfo? Rasetto? Un giovane finalmente emerso? Addirittura Regazzoni?) farà una forte opposizione a Tursi se avranno vinto i Cinquestelle o un’opposizione magari più “costruttiva” se avrà vinto Bucci. Ma se il buon Crivello fosse sindaco?

Qui il panorama potrebbe cambiare e cioè il PdR che entrerebbe pesantemente in giunta con i suoi nuovi uomini (e donne) dovrebbe condizionare le scelte del sindaco. Un sindaco espressione di una area larga di sinistra non certo filo renziana. Per chi mangia politica a pranzo e cena (nonostante il tanto decantato disamore) ci sarebbe da divertirsi.

In ogni caso al di là della fanta-politica ora anche a Genova nasce questo nuovo Pd con la “R” al seguito che da domani, festeggiato il 1 maggio, chiederà alcune correzioni di rotta al progetto di Crivello. Lo farà sommessamente ben conoscendo le incognite dell’11 giugno.
Al di là di tutto c’è da registrare il risultato onorevole di Orlando a Genova con un 34 per cento, record italiano. La Genova politicamente anomala non si smentisce mai.

E, per finire, la sorpresa (o conferma?) che nonostante le scissioni il “popolo delle sezioni” quello dei generosi volontari che si ritrova nonostante i capetti nazionali e locali con le loro baruffe a tutte le Feste dell’Unità a regalare ore di libertà al partito, c’è eccome. Forse sarà bene che i nuovi proprietari del PdR ne tengano conto nei prossimi mesi.