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E Toti risponde a Berlusconi: "Io sono carnivoro, questione di gusti"
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Agnello sì o agnello no? La Pasqua degli italiani ripropone l'ormai vecchia disputa sulle tavole. Sono circa 700 mila gli agnelli e i capretti protagonisti loro malgrado del pranzo in famiglia sotto forma di costine fritte e altre ricette. Una tradizione cui tanti non rinunciano, mentre i detrattori sono sempre più numerosi e agguerriti. Anche se le usanze tipiche, per fortuna, non si fermano alla carne. 

Pure Silvio Berlusconi, dopo la svolta vegana, si è fatto ritrarre mentre allatta un agnellino diventando testimonial della campagna animalista. Il suo consigliere politico Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, difende invece la scelta carnivora: "Io tradizionalmente non mangio l'agnello a Pasqua. Ma perché l'ho già mangiato in altre occasioni. Sono convintamente carnivoro. Rispetto i vegetariani come ogni pensiero diverso dal mio, ma è un tema che attiene al gusto alimentare di ciascuno"

Per Toti non si tratta di una questione politica, ma di gusti alimentari. "Una politica sana per non maltrattare animali, che eviti eccessi, che dia più attenzione ai nostri amici a 4 zampe contro gli abbandoni la ritengo positiva e un segno di civiltà. Ma sui gusti alimentari ognuno fa come crede" ha aggiunto il governatore.

Dall'altra parte invece continua la battaglia degli animalisti. Su firmiamo.it la petizione supportata da Enpa ha raccolto in pochi giorni quasi 500 mila adesioni. "Le vittime della cosiddetta 'Pasqua di sangue' sono cuccioli tra i 30 e i 40 giorni di vita, strappati prematuramente alle loro madri dopo una gravidanza di 5 mesi, regolata in modo tale da poterli uccidere quando raggiungono il peso ideale. La pratica della macellazione è assolutamente atroce: la Pasqua deve essere una festa dello spirito, non della carne", attacca la Protezione Animali. 

Per il pranzo di Pasqua l'Enpa Savonese promuove un menù vegano a Quiliano con fave fresche, formaggette di tofu, torta pasqualina di carciofi, piatti a base di erbe selvatiche, canestri di pasqua, tiramisù e tisane varie. A parte gli alimenti proteici che sostituiscono la carne, tanti ingredienti 'veg' fanno parte a pieno titolo del bagaglio culinario storico. 

Dicevamo appunto che per fortuna esistono tradizioni meno divisive. In Liguria libero sfogo in cucina con la torta pasqualina, un must della cucina locale che vorrebbe per tradizione le 33 sfoglie (gli anni di Cristo) oltre a uova, bietole o carciofi, prescinseua, parmigiano e maggiorana. Un capitolo a parte meriterebbe la cima (ma sempre di carne si tratta). E allora ecco che si può virare sulle lattughe ripiene in brodo, una tipicità sopravvissuta in poche case, che teoricamente prevedono una farcitura di vitellone, ma nulla vieta di usare un magro, e i 'cavagnetti' di pasta dolce con dentro l'uovo colorato, ormai sostituiti dall'immancabile cioccolata. Tipiche del periodo, già citate, le fave fresche con formaggio. Con o senza agnello, che sia una buona Pasqua anche a tavola.