Joanna Golabek, 46 anni, ed Emanuela Botto, 41 anni, le due genovesi arrestate per le truffe con le televendite all'interno dell'operazione Dynasty, hanno negato ogni addebito oggi durante l'interrogatorio in carcere davanti al Gip Baldini. Le due donne sono accusate con altri 21 indagati, fra cui il "re" delle televendite Giuseppe D'Anna (ai domiciliari), di associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati di truffa contrattuale, frode in commercio aggravata, ricettazione, riciclaggio e reimpiego di denaro e beni di provenienza illecita, trasferimento fraudolento di valori.
La Golabek, figliastra di D'Anna, ha preso le distanze dal patrigno (che sarà interrogato il 27 dicembre) sostenendo che la sua attività non ha nulla a che vedere con quella di D'Anna. Golabek e Botto sono difese dagli avvocati Nicola Scodnik ed Ennio Pischedda. Interrogatorio di garanzia anche per il terzo arrestato in carcere, Ruben D'Anna, figlio di Giuseppe, in galera a Milano. L'uomo, 36 anni, si è avvalso della possibilità di non rispondere.
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