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La festa con i fuochi organizzata dalla Regione ha riempito la piazza
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Fuochi d'artificio, focaccia con il formaggio di Recco in distribuzione per tutti. L'inaugurazione della stagione lirica del Carlo Felice ha avuto una cornice festosa e spettacolare in piazza De Ferrari.

Organizzata dalla Regione, la festa ha riempito la piazza e ha creato un'atmosfera diversa rispetto alle più recenti aperture stagionali. I fuochi hanno illuminato il cielo sulle note delle principali pagine dell'opera scelta per il debutto stagionale, la "Traviata" di Verdi, da "Amami Alfredo" a "Libiamo" dal coro delle zingarelle a "Sempre libera degg'io".


TEATRO PIENO - Il teatro era pieno un quasi tutto esaurito come non si vedeva da tempo. La politica locale era guidata dal presidente della Regione Giovanni Toti che ha invitato Daniela Santanchè di Forza Italia. C'era, naturalmente il sindaco, nonché presidente del Teatro, Marco Doria. Presenti diversi assessori regionali e comunali fra i quali gli assessori alla cultura della Regione Ilaria Cavo e del Comune Carla Sibilla.

L'OPERA - L'opera, presentata in un nuovo allestimento del Carlo Felice, era diretta da Massimo Zanetti per la regia di Giorgio Gallione e la scenografia di Guido Fiorato. Il pubblico ha avuto la sorpresa di veder morire Violetta già in apertura di opera, durante il Preludio che in effetti richiama all'ultimo atto. La scelta di Gallione è risultata in linea con il romanzo da cui Verdi trasse l'argomento e ha il pregio di immettere immediatamente lo spettatore nella tragedia, facendo sì che anche i rari momenti di serenità di Violetta siano poi vissuti come un ricordo e una nostalgia.

LA SCENOGRAFIA - E' volutamente scarna con un albero che domina lo spazio e nel suo mutare di atto in atto, luminoso all'inizio, rigoglioso di frutti nel secondo atto, seccato e abbattuto nel terzo, accompagna lo spegnersi della protagonista. I primi due atti si sono svolti in un clima di forte tensione emotiva. 


PROTAGONISTI - Desirée Rancatore ha ottenuto una buona accoglienza dopo la complessa e affascinante aria della fine del primo atto. Il tenore Giuseppe Filianoti ha avuto un abbassamento di voce ed è stato sostituito per il terzo atto da William Davenport.