cronaca

Fiocco viola alle Gianchette: "Milet perdonaci". Ioculano: "Ue inadeguata"
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Soltanto lunedì scorso tutta Italia rendeva omaggio alle vittime dell'immigrazione. A pochi giorni di distanza Ventimiglia piange un'altra vittima dei viaggi della speranza. Si chiamava Milet, aveva 16 anni e proveniva dall'Eritrea. È morta all'interno di una galleria sull'A10, a pochi metri di distanza dal confine francese. A costarle la vita l'impatto con un tir che l'ha travolta.

A tentare di attraversare il confine a piedi con lei i suoi familiari. Non hanno riportato lesioni gravi, ma non riescono a eliminare dagli occhi l'immagine di quella loro giovane sorella che ha perso la vita nel tentativo di raggiungere la Francia. Adesso si trovano all'interno della Chiesa di Sant'Antonio a Ventimiglia, dove questa mattina il parroco Don Rito Alvarez ha affisso alla porta d'ingresso un fiocco bianco e viola con un messaggio chiaro: "Milet perdonaci".

"La notizia ci ha sconvolto tutti. È davvero triste", racconta Don Rito. "Per noi è davvero difficile capire le logiche di queste situazioni. Già devono vivere una situazione difficile durante tutto il viaggio prima nel deserto, poi in mare. L'unica cosa che hanno è la loro vita. Milet purtroppo l'ha persa sull'autostrada e questo ci lascia senza parole. Era una ragazza cristiana - ricorda il parroco - e quindi adesso crediamo che sia un angelo nel cielo. L'unica cosa che mi sento di dirle è perdonaci".

Sul luogo dell'incidente sono giunti subito gli uomini della Croce Rossa, che da mesi gestiscono l'accoglienza dei migranti all'interno della struttura situata al Parco Roja. Il responsabile del centro d'accoglienza, Valter Muscatello, ha voluto esprimere il cordoglio suo e di tutta la Croce Rossa per quanto accaduto."Era sicuramente scappata dalla sua terra in cerca di un futuro e di una speranza. Si era salvata dal mare ma ha trovato la morte sulla terra", dichiara Muscatello. "Siamo dispiaciuti e speriamo che queste tragedie non accadano più. Questi fatti uniscono Ventimiglia a Lampedusa: sono due città distanti ma unite per le tragedie che stanno succedendo. La speranza è che non si verifichino più e che si contrasti il traffico di esseri umani".

Ventimiglia come Lampedusa, dunque. Due luoghi simbolo dell'emergenza immigrazione e dei drammi umanitari. Due luoghi troppo spessi abbandonati a loro stessi. E allora quanto accaduto non può che riaccendere la rabbia di chi, come il sindaco Enrico Ioculano, denuncia da tempo una situazione inadeguata ad affrontare l'onda migratoria. "Questa morte è un'agghiacciante conseguenza di un sistema Europa male organizzato", ha detto Ioculano. "Questa morte è un po' sulla coscienza di tutti e in particolare di quei Paesi che girano le spalle al fenomeno dei migranti".

Intanto, non è escluso che i funerali possano essere celebrati proprio a Ventimiglia nella Chiesa delle Gianchette. Lì dove lunedì scorso si erano ricordate le vittime dell'immigrazione e che oggi si trova a piangere una ragazza di 16 anni morta nel disperato tentativo di varcare la frontiera.