cronaca

Trasporto su furgoni schermati per impedire la localizzazione
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Mano agile e tempi degni di un pit stop del Motomondiale. Peccato che i sei meccanici fermati dai carabinieri delle compagnie di Santa Margherita e Sampierdarena non fossero parte di una grande scuderia motoristica ma di un giro di compravendita di pezzi di ricambio per moto di lusso rubate a Genova, Chiavari, Rapallo e Savona.

In manette sono finiti Giorgio Demasi, Samuel Ientile e Stefano Carè, di età compresa tra i 30 e i 40 anni. Per altri tre meccanici tra i 50 e i 60 anni è scattato l'obbligo di firma. Le accuse sono di furto aggravato, ricettazione e riciclaggio.

La 'scuderia' veniva contattata da clienti lombardi o campani
che ordinavano il pezzo che serviva o addirittura l'intera moto 'ripulita' di targa e telaio. I sei giravano per Genova o in altre città, adocchiavano la moto e con una velocità incredibile riuscivano a manomettere il blocca disco, caricarla in un furgone coibentato per il trasporto del pesce in modo da schermare il gps e la portavano in una delle officine clandestine allestite in un garage di Begato.

Lì smontavano la moto e prendevano ciò che serviva.
L'inchiesta coordinata dal pm Emilio Gatti è nata un anno fa dopo un furto di una moto da Rapallo. I militari sono riusciti a stimare che la gang abbia messo a segno almeno 15 colpi per un giro di quasi 500 mila euro. Le officine clandestine erano situate nella parte alta di Begato, facilmente controllabile dai sei che avrebbero notato presenza di eventuali investigatori.