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L'inchiesta di Primocanale.it sulle spiagge libere in Liguria /4
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C’è una montagna fatta di sassi enormi, per provare a riparare quello che resta di un fronte roccioso ormai ridotto all’osso dalle mareggiate: il circolo nautico Dlf di Genova Vesima, ogni volta che arriva una mareggiata, teme di crollare tra questi sassi enormi che il Comune chiama spiaggia libera ma che in realtà si chiamano vergona. L’unica cosa di piccolo che si incontra in questa superficie di dolore (fisico, a camminarci) è la terra rimasta a vista sotto quello che un tempo era un muraglione di protezione. Le istituzioni avevano promesso da tempo una diga vera, non questa, costruita dalle mani pazienti di qualcuno che ci tiene a preservare l’area.

La signora Rita del circolo nautico e l’ingegner Gianni che la accompagna ci spiegano che qui ormai “ci affidiamo al buon cuore del mare, perché se aspettiamo che se occupi il Comune…”. Il mare e le alluvioni hanno distrutto circa sette metri di quello che prima era un arenile. Raggiungibile teoricamente in modo rapido dall’Aurelia, teoricamente perché in realtà il sentierino di accesso è contraddistinto da due scale, la prima in Comune di Arenzano, arrugginita e pericolante.

La seconda invece è stata messa dal Comune, che però, attenzione, accanto ha apposto un cartello con scritto: “Pericolo di caduta”. Forse cadere dalla scala qui sarebbe il meno, vista la dimensione dei sassi della spiaggia sottostante… “Ogni anno che vengo la situazione peggiora – racconta un turista – chissà che cosa succederà nel futuro se tutti continueranno a non fare nulla”.           


(continua)