Oltre 66 mila visualizzazioni, circa 3 mila tra mi piace e altre reactions, 450 commenti e quasi 1.200 condivisioni. Questi i numeri da fenomeno virale del video caricato sulla pagina Facebook di Primocanale (CLICCA QUI PER VEDERLO). Nel giro di 48 ore, lo sfogo di un cittadino di Ventimiglia - esasperato per la presenza dei No Borders in città - ha fatto il giro del social network, scatenando reazioni, nella quasi totalità dei casi, favorevoli. Il grido "ghe n'ammo o belin cien de sta gente chi" raccoglie dunque consensi. Le motivazioni sono molteplici. In primis c'è nei social un sentimento di empatia nei confronti di una cittadinanza - quella ventimigliese - esasperata per una situazione che si trascina da più di un anno, con risposte sempre parziali e mai risolutive. Ma a incidere sul successo del video c'è anche una componente linguistica. Il dialetto conferma infatti la propria potenza comunicativa, la propria capacità di riassumere in poche parole un insieme di concetti e sensazioni.
E allora dentro quel "ghe n'ammo o belin cien de sta gente chi" c'è lo sconforto di vedere la propria città blindata dalle forze dell'ordine durante una bella domenica d'estate per l'ennesima manifestazione. C'è il disappunto di vedere Ventimiglia, città dal grande potenziale turistico e con uno dei tessuti commerciali più importanti di tutta la Liguria, accostata sempre e soltanto a situazioni di emergenza e tensione. Insomma, ci sono tante, troppe cose, dentro. E allora il modo migliore per dirle, forse l'unico, è proprio quel "ghe n'ammo o belin cien de sta gente chi".
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