economia

Male anche il margine di interesse, bene il calo dei costi
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Non si può proprio dire che le cose vadano bene. Banca Carige chiude infatti il primo semestre del 2016 con un rosso di 206,1, una cifra ben superiore ai -41 milioni del primo trimestre e ai +16,4 milioni fatti registrare al 30 giugno dello scorso anno.

A pesare in modo vistoso sui conti sono state le rettifiche di valore nette sui crediti, che sono state pari a 344,5 milioni (133,4 a giugno dello scorso anno). In terreno negativo anche il margine di interesse, calato del 5,3 per cento a causa della riduzione dei tassi attivi, che non sono stati compensati dal calo del costo della raccolta. Le commissioni nette (125,6 milioni) sono anch'esse in diminuzione rispetto al primo semestre del 2015 (-3,5%), ma il dato segna comunque una inversione di tendenza rispetto al primo trimestre di quest'anno, in particolare grazie alle commissioni di gestione.

Due dati positivi riguardano il patrimonio, con un Common Equity Tier1 al 12,2 per cento, ben superiore all'11,25 fissato dalla Banca centrale europea, e la copertura dei crediti deteriorati lordi, salita dal 42,4 di fine anno scorso al 45,6 di questa semestrale, con un indice fra i più elevati del sistema.

Pur a fronte di altri elementi che la banca giudica positivamente - il tasso di liquidità, la crescita del margine di intermediazione, la riduzione dei costi operativi - non v'è dubbio che per Carige le criticità rimangano numerose e pesanti.

La missione del presidente Giuseppe Tesauro e dell'amministratore delegato Guido Bastianini resta molto complicata, tanto più con l'incognita di quella che sarà l'accoglienza del piano industriale da parte della Bce. E senza dimenticare che è stato già aperto un negoziato con i sindacati per arrivare a una riduzione complessiva dell'organico di 500 unità.

Da registrare, infine, che il consiglio ha provveduto a sostituire il presidente dimissionario del Comitato esecutivo (Anselmi, andato a guidare Veneto Banca) con Claudio Calabi, che passando a una funzione operativa perde la propria qualifica di consigliere indipendente e lascia anche l'incarico di presidente del Comitato nomine.