cronaca

Setacciati tutti gli ospedali della Costa Azzurra
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A quattro giorni dall'attentato terroristico sulla Promenade des Anglais, le autorità francesi non hanno ancora diramato la lista ufficiale delle 84 vittime. Tra queste si teme ci siano almeno cinque italiani, di cui non si hanno più notizie: si tratta di Carla Gaveglio, di 48 anni, di Piasco (Cuneo); dei coniugi Angelo D'Agostino (71) e Gianna Muset (68), di Voghera (Pavia); e dei loro amici Mario Casati (90) e Maria Grazia Ascoli (77), milanesi.

Parenti e amici hanno setacciato l'ospedale Pasteur, dove sono ricoverati i feriti, ma senza trovarne traccia. L'ultima speranza era legata alla Rianimazione, dove c'è ancora una persona non identificata, ma è un ventenne. Niente anche negli altri ospedali della Costa Azzurra. Il cerchio si stringe fatalmente. I funzionari del Consolato e dell'Unità di crisi della Farnesina ripetono all'unisono che si parla di persone "non rintracciate", anche se i loro sguardi stanchi per lo stress e le poche ore di sonno dicono altro.

E la macabra lista potrebbe allungarsi con qualche altro nome. "A Nizza vivono tanti italiani, molti anziani, alcuni non hanno figli né parenti prossimi che potevano segnalare la scomparsa", spiegano al consolato. Mentre la Farnesina in serata ha fatto sapere che sono "una decina" i connazionali coinvolti tra "irreperibili" e feriti, in attesa di informazioni ufficiali da parte delle autorità francesi.

In rue Gubernatis, dietro place Massena, c'è il Centro di accoglienza dei parenti delle vittime. Qui i medici prelevano il Dna utile al riconoscimento dei corpi e gli psicologi offrono un primo sostegno. Massimiliano D'Agostino è venuto a cercare il padre: è partito da Voghera per trovare delle risposte, non le ha ancora avute. Accompagnato dai funzionari dell'Unità di crisi, esce dal Centro, dribbla i giornalisti e si avvia verso l'auto. "Non ho niente da dire", taglia corto. "Dobbiamo aspettare, dobbiamo solo aspettare", aggiunge un'altra parente.

C'è rabbia invece nelle parole di Piero Massadri, marito di Carla Gaveglio e padre di Matilde, 14 anni, ricoverata per fratture e lesioni: "Mia figlia è sotto choc, mentre di mia moglie non so nulla. Nessuno ci dice dove sono le persone non ancora identificate. Abbiamo dato le sue fotografie all'Unità di crisi ma finora non c'è stato alcun risultato". I parenti di Mario Casati e 'Graziella' Ascoli arriveranno a Nizza nelle prossime ore.

Nella lista degli italiani 'dispersi' - in tutto una decina di nomi - c'erano anche Salvatore Sal Sermoneta, la moglie Wioletta Podporo e la figlioletta Siead: l'allarme è scattato sabato quando la prima figlia di Sermoneta, che da ore cercava invano di contattare il padre, ha chiamato la Farnesina. Poco dopo è apparso anche un messaggio sulla bacheca di Facebook del consolato generale. Il lieto fine, per loro, è arrivato domenica pomeriggio quando i Sermoneta hanno contattato dei familiari in Polonia: stanno tutti bene e sono a Londra, da Nizza non sono nemmeno passati.

Tra dolore e sconforto i sentimenti si mischiano in una città che, lentamente, sta cercando di tornare alla normalità: nella prima domenica dopo l'attentato qualcuno, in verità non molti, è tornato in spiaggia e sulla Promenade. Il Consolato generale italiano non è molto distante, a circa un chilometro, vicino alla stazione ferroviaria, ma dalle sue finestre non si vede il mare.

La tensione sale con il passare delle ore: l'ambasciatore in Francia, Giandomenico Magliano, è arrivato poco prima delle 10 e si è chiuso in ufficio, evitando telecamere e taccuini. Telefoni bollenti tutta la mattina per il console Serena Lippi e il suo staff che gestiscono le segnalazioni di scomparsa: solo prima di pranzo sono usciti per consegnare foto e documenti alle autorità francesi.

"Stiamo facendo di tutto - spiega - di tutto. Ora dobbiamo attendere le comunicazioni delle autorità francesi, le operazioni di riconoscimento delle vittime sono delicate e complesse, stanno adottando una procedura lunga ma molto precisa. Molti corpi erano irriconoscibili e prima di dare informazioni vogliono essere sicuri".