economia

Otto ore di sciopero, tante le aziende rappresentate
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Diverse centinaia di lavoratori sono scesi in piazza stamattina a Genova in occasione dello sciopero di 8 ore del settore metalmeccanico. Tutte le sigle unite da un obiettivo comune: contratto nazionale, con la richiesta di aumento salariale di 130 euro per tutti i lavoratori.

"Da sei mesi i metalmeccanici cercano di rinnovare il contratto, in una trattativa che non vede la controparte schiodarsi di un millimetro" spiega Luca Maestripieri, segretario della Cisl di Genova: "a pensar male viene il dubbio che Federmeccanica voglia decidere unilateralmente a chi dare l'aumento salariale e a chi no. Questo per noi è inaccettabile."

Antonio Apa (Uil) spiega che Federmeccanica intende dare l'aumento contrattuale al 5% degli operai, su 1 milione e 600mila metalmeccanici. "Federmeccanica deve sapere che entriamo in un conflitto perenne se non cambia idea" ha dichiarato.

"Un contratto nazionale che ridistribuisce e aumenta il salario è la precondizione della ripresa dell'italia. Senza salari adeguati non c'è ripresa" sostiene Rosario Rappa, rappresentante nazionale della Fiom-Cgil "Federmeccanica ci ha presentato una proposta irricevibile, quella di dare l'aumento contrattuale solo al 5% della categoria. Gli scioperi di ieri e di oggi, il fatto che le fabbriche si siano svuotate e le piazze si siano riempite impone un cambio di posizione" 

Uno spezzone del corteo è dedicato a Savona, che sta vivendo una profonda crisi per la situazione di Piaggio e Bombardier, "il momento più drammatico degli ultimi 30 anni", sostengono i lavoratori.

Le due aziende insieme impiegano "circa 3000 persone, 6000 compreso l'indotto. Ma molti sono in cassintegrazione". La situazione per Bombardier "è molto critica, perchè il 22 di agosto scadono gli ammortizzatori sociali, e un centinaio di lavoratori su 160 sono cassintegrati" dichiara Andrea Pasa, della Fiom-Cgil di Savona.

 

A Genova la criticità maggiore è rappresentata dall'Ilva di Cornigliano: "Siamo di fronte ad un processo di ridimensionamento occupazionale e produttivo - spiega Bruno Manganaro (Fiom-Cgil) - anche dell'ilva, che avrà ricadute anche a Genova a Cornigliano abbiamo 1650 lavoratori, a rotazione metà della forza è occupata in contratti di solidarietà e a settembre scade questo strumento. O i primi settembre il governo ci propone una soluzione adeguata all'accordo di programma, garantire reddito ed occupazione, o ripartiremo con le lotte".