cronaca

Il presidente Anac: "Repressione necessaria, bene misure cautelari"
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Repressione o prevenzione: quale strumento utilizzare per diffondere la cultura della legalità all'interno della pubblica amministrazione? A questa domanda ha cercato di rispondere un convegno organizzato a Sanremo e che ha visto la presenza del presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone. Repressione o prevenzione, dunque? Se si parla del caso dei 'furbetti del cartellino', che ha travolto negli scorsi mesi proprio la Città dei Fiori, Cantone non ha dubbi: "Se non ci fosse stato l'intervento repressivo sarebbe stato molto difficile agire. Inoltre l'intervento repressivo serve a far capire l'entità del problema".

Il presidente dell'Anac ha sottolineato l'aspetto 'positivo' della vicenda, ossia il fatto che "si è riusciti a intervenire senza aspettare le sentenze, anche con decisioni difficili" e che dunque ci sia stata "una reazione positiva dell'amministrazione". Una promozione dunque per il pugno di ferro utilizzato dal segretario generale del Comune, Concetta Orlando, che ha irrorato le sanzioni disciplinari nei confronti dei dipendenti coinvolti nell'inchiesta.

L'indagine sui cosiddetti 'furbetti del cartellino' si era conclusa nell'ottobre 2015 con l'emissione di 43 misure cautelari e oltre 190 indagati nei confronti dei quali la commissione disciplinare del Comune ha già emesso i provvedimenti, che hanno visto 32 licenziamenti e numerose sospensioni.

Significative anche le parole utilizzate in apertura del convegno dal prefetto di Imperia, Silvana Tizzano, che ha lanciato un monito contro quel clima di assuefazione e, a volte, di giustificazione nei confronti di atteggiamenti lassisti e corrotti all'interno delle pubbliche amministrazioni. "Non si può accettare - ha detto il prefetto citando Italo Calvino- una situazione in cui un vantaggio pratico prevale sul vantaggio morale di avere la coscienza pulita".