porti e logistica

L'associazione degli operatori portuali: in ritardo tutti i lavori
1 minuto e 55 secondi di lettura
"Il Porto della Spezia? Sovrapponendo una foto di 30 anni fa, è cambiato molto poco". Andrea Fontana, rappresentante degli agenti marittimi e presidente dell'associazione degli operatori portuali spezzini (La Spezia Porto Service), lancia un duro attacco:

“I lavori di espansione del porto di La Spezia viaggiano mediamente con un ritardo compreso fra i tre e in cinque anni rispetto alla tabella di marcia prevista" dice Fontana che mette sotto accusa burocrazia, ricorsi e ritardi "stanno producendo danni incolmabili”.

 
La Spezia Port Service ha quindi individuato la lista dei principali lavori al palo, eccoli nel dettaglio:

Per una serie di problemi di tipo organizzativo non sono ancora partiti i lavori di riempimento e ampliamento del terminal Tarros-Cantieri del Golfo; lavori e investimenti sulla base dei quali è stata assegnata una concessione quarantennale. La gara per inizio lavori non risulta essere stata bandita e il termine dei lavori è ora previsto per il 2019. 

L’ampliamento verso levante del La Spezia Container Terminal (LSCT) presuppone il trasferimento e il radicamento delle marine (la piú nota è quella del Canaletto) nel sito di Molo Pagliari. Anche in questo caso, nella piú ottimistica delle ipotesi, il Molo Pagliari non sarà pronto, per accogliere gli utenti delle due marine con i quali l’Autorità portuale ha faticosamente dopo anni trovato un’intesa, prima di due o tre anni. E solo allora sarà possibile iniziare i lavori di ampliamento del terminal.


Molo Garibaldi: il recente accordo tra Autorità Portuale con LSCT, che prevede l'ampiamento del Molo Garibaldi per ricavarne 2 accosti per navi portacontainer e che in teoria non dovrebbe trovare opposizioni e ritardi, in quanto realizzato in gran parte dalla stessa LSCT con fondi propri e senza spostare alcuna attività, ha già causato un ricorso al TAR da parte di una neonata associazione ambientalista a testimonianza che ci sono forze che si oppongono a qualsiasi ampliamento del porto "a prescindere".

La Corte dei Conti ha bocciato e congelato il finanziamento di 39 milioni di euro per la ristrutturazione e il potenziamento degli impianti ferroviari in porto sui quali si era espresso positivamente il Cipe. Lavori che dovevano consentire di formare treni da 650 metri contro i convogli attuali da 400 metri di lunghezza.