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Due versioni opposte verso la conferenza stampa
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Al di là delle vicende di un campionato comunque deludente, con più bassi che alti e la supremazia cittadina ancora a rischio, la Sampdoria viene chiamata alla ribalta da Samuel Eto'o.

Sembrava fosse amore, e invece era denaro:
il campione camerunense, in blucerchiato da gennaio a maggio 2015 senza brillare, sostiene che la Samp non abbia rispettato quanto a suo tempo convenuto, specie in relazione al connazionale e pupillo Fabrice Olinga.

A nome della società, l'avvocato Romei - che della società non fa parte, ma ne è la voce ufficiale - contrattacca e rilancia, asserendo che la Sampdoria semmai ci ha rimesso, per permettere al calciatore di andarsene in Turchia. Due versioni opposte: qualcuno, quindi, non la conta giusta. Vedremo.

In attesa dei dettagli, che verranno resi noti da Eto'o a Milano, si consolidano le perplessità generali
. Mai, in passato, un calciatore aveva infatti convocato una conferenza stampa per accusare una sua ex società: o il fuoriclasse africano ha perso il senno, oppure ad aver commesso mancanze è stata la società blucerchiata.

Resta il fatto che in questa Sampdoria, da tempo, tutto quel che succede di negativo è sempre colpa degli altri: dei tifosi che mandavano tweet contro Zenga; dei congiurati che a Palazzo complottano, per abbattere a forza di rigori una società limpida paladina della riforma dei diritti tv; della Figc che ricorda le regole sull'onorabilità; dei giornalisti che non sanno bearsi di un crollo dal settimo posto ai dintorni della zona retrocessione; dei giocatori che, subito dopo un derby vittorioso, caldeggiano l'uno la cessione dell'altro, perché vengano pagati gli stipendi, ma era naturalmente una battuta subito autosmentita; ora, naturalmente, di Eto'o.

Che sta andando incontro al più grande autogol della sua vita, oppure sta per segnare una tripletta decisiva, ai danni della squadra di cui sarebbe stato, secondo Ferrero, «l'ambasciatore nel mondo». A suo modo, infatti, lo sta diventando.

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