cronaca

Gli attuali proprietari vogliono tenersi gli stabilmenti
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Un clamoroso colpo di scena nella vicenda dell'asta giudiziaria con la quale oggi il Tribunale di Genova doveva dettare i tempi e le modalità per concorrere a rilevare lo stabilimento balneare del Nuovo Lido di Corso Italia. Una società fiduciaria, di nome “Lido di Genova”, riferibile alla famiglie Rizzo-Rapallini, tutt'ora proprietarie del grande complesso balneare, ha presentato un'offerta di 8 milioni e 600 mila euro per aggiudicarsi il bene con un'operazione da perfezionare entro il 31 dicembre.

La proposta, illustrata dall'avvocato Massimo Cataldo, che rappresentava Rizzo-Rapallini, è stata presentata alla dottoressa Ferrari, il giudice del Tribunale che aveva convocato l'udienza per regolare i termini dell'asta.
La proposta ha in qualche modo “tagliato la strada” alla procedura prevista, secondo la quale il Tribunale avrebbe dovuto fissare la data entro la quale presentare le offerte di acquisto e il prezzo base. Una perizia d'ufficio aveva fissato questo prezzo in otto milioni. Si spiega così il tenore della offerta “a sorpresa”.

Come è noto dietro all'asta c'è il decreto ingiuntivo con il quale lo stesso Tribunale aveva accolto le ragioni di Mario Corica, il manager imprenditore che rivendicava la restituzione della caparra di 3 milioni e 100 mila euro da lui versata nel 2009, come acconto nell'operazione di restyling del grande stabilimento. Inoltre l'asta dovrebbe pagare altri crediti che il Comune e il fisco vantano nei confronti della società del Lido.

Il fatto che sia arrivata la proposta da parte degli stessi debitori, che chiedono di acquisire il bene oggetto dell'asta, ha sorpreso tutte le parti in causa. Il tribunale ha infine deciso di fissare una nuova udienza tra quindici giorni. In questo modo saranno sciolti anche i nodi tecnici che la proposta- colpo di scena ha creato nella procedura dell'asta.

Chi resta così ancora appeso alle sequenze giudiziarie, dopo l'ennesimo rinvio, è Mario Corica, l'imprenditore vittima dell'intera vicenda, non solo in attesa che gli venga restituita la somma versata otto anni fa (più gli interessi e le spese legali), ma danneggiato ininterrottamente prima nel progetto di realizzare la grande trasformazione del Lido e successivamente nel cercare di far rispettare le sue ragioni economiche e giudiziarie.

Corica ha resistito in questi anni fino a che i giudici non hanno cominciato a dargli ragioni sia sul piano civile, sia su quello penale, aperto per le indebite pressioni da lui subite da forze politiche dell'Idv nella delicata trattativa con il Comune per approvare le varianti di Piano Regolatore, necessarie a preparare il progetto urbanisticamente.

Ora tutti fatti (non solo i processi) gli danno ragione, ma l'imprenditore è chiaramente in difficoltà perchè il grande progetto si è arenato da tempo e gli impegni presi per preparare la trasformazione di quello che è considerato uno dei più grandi stabilimenti balneari d'Europa sono stati gravosi. 

La mossa dell'offerta allunga i tempi e punta a far restare Il Lido nelle mani degli attuali propietari. Il Tribunale dovrà ora valutare se conviene ai creditori accoglierla o, invece, andare all'asta, eventualmente rischiando di perdere la sostanza di un'offerta che la gara potrebbe abbassare.