cronaca

Formula esclude il coinvolgimento della criminalità organizzata
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 Il sindaco leghista di Diano Marina, Giacomo Chiappori, è stato rinviato a giudizio con le accuse di voto di scambio light (formula usata per sottolineare l'assenza del coinvolgimento della criminalità organizzata) e tentato abuso di ufficio. Chiappori è candidato a guidare il Comune per un secondo mandato. "Sono tranquillo e non ritiro la mia candidatura", ha detto.

Per voto di scambio sono stati rinviati a giudizio anche Cristiano Za Garibaldi (vicesindaco), Francesco Bregolin (assessore), Bruno Manitta (consigliere comunale ed ex assessore), Domenico Surace (amministratore unico della municipalizzata "Gm" Spa), Giovanni Surace (padre di Domenico) e Giovanni Sciglitano (ambulante).

Per il voto di scambio Chiappori è accusato, in concorso con gli altri imputati, di aver chiesto voti alle ultime elezioni, promettendo favori post elettorali. Il tentato abuso d'ufficio riguarda le presunte spiegazioni chieste a un vigile che aveva multato il titolare di un locale per un dehor considerato abusivo.

LA REPLICA DI CHIAPPORI
- "Come sindaco, come Giunta e come gruppo di Viva Diano, ci ricandideremo insieme più forti di prima, anche perché sentiamo la responsabilità di difendere Diano Marina dall'assalto di quei lanzichenecchi che l'hanno depredata per decenni e che trincerandosi dietro la prescrizione hanno evitato il processo". Così il sindaco di Diano Marina, Giacomo Chiappori, dopo il rinvio a giudizio suo e di alcuni componenti della sua giunta con l'accusa di voto di scambio light.

"I cittadini ci chiedono di andare avanti - afferma Chiappori - e questa è una responsabilità da cui non intendiamo sottrarci. Soprattutto dopo questa esperienza. Ringrazio il gup per il rinvio a giudizio, che per la prima volta consentirà a me e ai miei colleghi amministratori di dimostrare la nostra onestà, nonché la fierezza di portare ognuno il proprio cognome". Chiaro il riferimento ai Surace, calabresi che in passato erano stati ritenuti vicini alle cosche.

"Sappiamo bene - conclude Chiappori - che sapremo smontare le accuse una ad una nel corso del dibattimento, così com'è già successo in passato. Stupisce che questa decisione, per la quale ci sono stati cinque anni di tempo, venga presa a soli due mesi dalle elezioni amministrative. Per i soliti noti è terreno fertile per fare la solita campagna elettorale denigratoria e priva di contenuti".