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Dopo la lista presentata dall'azionista per il rinnovo del cda
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"Mi sembra una notizia molto positiva perché la figura del presidente scelta (Giuseppe Tesauro, ndr) è di grande autorevolezza e correttezza". Il sindaco di Genova, Marco Doria, ha commentato così a Primocanale le scelte della famiglia Malacalza per i nuovi vertici di Banca Carige. "Il fatto che Malacalza abbia deciso di assumere un ruolo in prima persona come vicepresidente - sottolinea il primo cittadino - significa che la famiglia è presente, che l'azionista non si tira indietro. E' un elemento di garanzia. Crede in un progetto aziendale. Ci mette la faccia".

Il sindaco ha poi parlato del crollo delle nascite nel capoluogo ligure e dei tanti laureati genovesi che vanno fuori città per lavorare. "Genova è una città come l'Italia, inutile nasconderlo", ha detto Doria. "Ci sono tanti giovani che vanno all'estero. Penso che a Genova ci siano segnali di inversione di tendenza. Stiamo facendo in modo che la città possa riprendersi. In una situazione di crisi del mondo occidentale alcuni paesi hanno fatto fatica a riprendersi. L'Italia ha fatto fatica, Genova ha fatto fatica, ma in questo senso sono moderatamente ottimista", ha aggiunto il primo cittadino. "Ci sono persone che vengono da fuori a lavorare qua di cui si parla poco. Dal punto di vista economico mettiamo condizioni per cambiare direzione".

Doria si è soffermato poi sulla situazione dell'informazione a Genova, città che ha dapprima perso un quotidiano come il Corriere Mercantile e poi anche la proprietà del Secolo XIX. "Nel mondo dell'informazione abbiamo visto un processo di concentrazione di testate", ha detto il sindaco. "Sono a favore della pluralità dei mezzi d'informazione. Non possiamo più guardare solo al quotidiano. C'è la televisione e anche internet, voi lo sapete bene. Nel settore della carta stampata quotidiana esiste un serio rischio di disoccupazione", ha sottolineato Doria.

Chiusura dedicata ad Erzelli e allo scetticismo che aleggia intorno all'operazione che la riguarda. "C'è la volontà degli enti per cui ci sono settanta milioni circa per l'Università di Genova per una nuova sede e che devono essere erogati", ha ricordato il sindaco. "Lo scetticismo è legittimo se significa credere alle cose dal momento in cui si vedono. Noi abbiamo preso in mano una situazione bloccata e la stiamo rimettendo in piedi, siamo a un soffio dal traguardo a favore dei giovani", ha concluso Doria, escludendo la possibilità di investire i soldi in Villa Cambiaso: "È una villa del 500, non è una sede adatta. Non ci sono i laboratori. Vengono svolte lezioni in un edificio della Fiera e ci sono dipartimenti a chilometri di distanza. Ci vogliono edifici moderni e vicini tra loro".