cronaca

I colpevoli sono i Romani...
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''Anno bisesto, anno funesto'', dicevano i Romani. Ma perchè tanta ostilità verso l'anno bisestile? Colpevoli sono i Romani, da sempre avversi alle irregolarità e per i quali febbraio era il Mensis Feralis, il mese dei morti, dedicato ai riti per i defunti e alle cerimonie di purificazione. Nel 1400 Savonarola nonno rincarò la dose, affermando che i bisesti erano nefasti per greggi e vegetazioni, che portavano epidemie e grande tragedie.

E i detti popolari hanno fatto il resto: ''anno bisesto anno funesto e triste quello che gli viene appresso'', ''anno bisesto tutte le cose van di traverso'', ''anno bisestile chi piange e chi stride'', ''anno bisesto senza sesto'' (ovvero, senza senno). In Emilia, poi, è detto anche l'anno della balena, secondo la credenza che la balena partorisca solo ogni quattro anni.
I più superstiziosi sono corsi a fare i conti: è in un anno bisestile, il 1908, che è avvenuto il terremoto di Messina, nel 1968 quello in Belice, nel 1976 in Friuli e nel 2004 lo tsunami nell'Oceano Indiano. Sempre in un anno bisestile, il 2012, era prevista anche la fine del mondo secondo i Maya. Ma visto che siamo tutti ancora qui, forse invece quel 29 febbraio ha portato bene. D'altronde l'ostilità contro il bisestile appartiene solo ai popoli latini. Nei paesi anglosassoni, ad esempio, una tradizione legata a S. Patrizio vuole che il 29 febbraio (il ''leap'' day, il ''giorno del salto'') le ragazze possano chiedere al fidanzato di sposarle. Chi non accetta paga pegno, comprese 12 paia di guanti, uno al mese, per celare la mano ancora senza anello della fanciulla.

Oggi per molti quel giorno ''regalato'' sta diventando anche un'occasione. La Confederazione europea di pallavolo, ad esempio, ha lanciato per il 29 il One Day More For Volleyball, un giorno in più per la pallavolo, tutto dedicato a partite dimostrative con giocatori di ogni livello e abilità, per promuovere lo sport tra divertimento e fair play. C'è #24more, campagna delle no profit Amani Institute e iLEAP, per interrogarsi sull'equilibrio tra vita e carriera, tra chi siamo e cosa facciamo. A Bologna, tra risate e cultura, è nato anche un Festival, l'Errore Day (28-29 febbraio). Fino alla Giornata nazionale delle malattie rare, in calendario nell'ultimo giorno del mese: ogni 4 anni, proprio nel ''raro'' 29 febbraio