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Comung out del manager alla vigilia dell'incontro al Mise
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Paolo Scaroni non è interessato alla presidenza di Generali ("No ufficiale") ma è disponibile a guidare una cordata italiana per salvare il gruppo Ilva. Il coming out dopo settimane che il nome del manager circolava nelle indiscrezioni. Il passo avanti dell'ex amministratore delegato di Eni e di Enel, oggi vice presidente di Rothschild, arriva dopo che nei giorni scorsi, Fabio Gallia ha detto Cdp disponibile a entrare nella newco con una partecipazione di minoranza.

"Se si creasse una cordata italiana che avesse bisogno di una persona che conosce un po' il mondo dell'acciaio ci penserei" ha detto Scaroni, aggiungendo poi che la proposta gli è stata "ventilata da qualcuno". Tuttavia ha aggiunto: "E' molto presto per fare ragionamenti intorno all'Ilva. Il processo di dismissione è appena iniziato". Per il manager l'approdo al gruppo siderurgico sarebbe un ritorno alla gioventù, quando, fra gli anni Ottanta e Novanta fu alla guida del gruppo Techint, il colosso Italo-Argentino presente nel settore dell'acciaio con le controllate Tenaris, Ternium e Tenova, fondato da Agostino Rocca e guidato oggi da Paolo e Gianfelice, quest'ultimo presidente di Assolombarda.

Il nome di Techint come possibile partner o addirittura leader della cordata italiana viene dato fra i possibili interessati a rilevare e ristrutturare l'Ilva. Dopo le sortite di Gallia e di Scaroni l'ipotesi della cordata, cioè di una nuova società partecipata da diversi partner che possono essere (come peraltro specifica una glossa al bando di cessione fatto pubblicare dal Governo) anche finanziari o commerciali, sembra quella finora più praticabile. Non è un segreto che il premier Matteo Renzi e il ministro per lo Sviluppo Economico Federica Guidi auspichino che su quella cordata sventoli il tricolore.

E di "cordata italiana" parla infatti Scaroni. L'operazione è stata argomento sul tavolo dell'incontro che Scaroni ha avuto con il premier. "Ho parlato anche dell'Ilva con il presidente del Consiglio" dice il manager a Minoli rivelando che il siderurgico di Taranto e tutto il gruppo Ilva "è un tema che preoccupa molto" Renzi. Probabilmente è stato proprio lo stesso presidente del consiglio, lasciato dal suo ex consigliere economico Andrea Guerra a metà del guado del salvataggio dell'Ilva, a "ventilare" a Scaroni l'ipotesi di un suo ruolo di guida della newco tricolore che si spera di formare.

D'altra parte Scaroni, in quanto vicepresidente di Rothschild, conosce molto bene il dossier Ilva. La grande banca d'investimenti è l'advisor finanziario di Ilva per l'operazione di cessione dei complessi aziendali dell'Ilva la cui procedura inizierà l'11 febbraio dopo la scadenza dei termini per presentare le manifestazioni di interesse.