Da Genova, a Cagliari a Gela si infiammano le vertenze Ilva, Alcoa, Eni con proteste e manifestazioni di massa da parte dei lavoratori. Nel capoluogo ligure gli operai dell'Ilva, dopo aver passato la notte nello stabilimento, hanno manifestato per le vie della città e bloccato il casello di Genova Ovest in entrata e in uscita. "Senza lavoro qui c'è agitazione, l'accordo di programma non ci tocca", hanno inneggiato chiedendo garanzie sul loro futuro. | La sintesi della seconda giornata di sciopero
Gli operai hanno incassato il sostegno della leader della Cgil, Susanna Camusso, che li ha incontrati in strada, esortando il governo a dare delle risposte sul futuro del sito e sugli impegni presi. E sarà ancora una giornata di proteste con lo sciopero della Fiom. "Di fronte a questo silenzio assordante della politica che, nonostante la città sia bloccata da due giorni continua a parlare d'altro, la Fiom proclama lo sciopero di tutti i metalmeccanici di Genova. Tutti in strada con un corteo verso il centro città per difendere l'Ilva e l'accordo di programma", ha detto il segretario genovese della Fiom Bruno Manganaro.
A Cagliari circa duecento lavoratori del Sulcis dell'Alcoa hanno bloccato con una catena umana l'ingresso del Consiglio regionale "per fermare" la politica. Ventimila persone invece hanno sfilato in corteo per le strade di Gela per aderire allo sciopero proclamato dal Consiglio comunale (in seduta permanente da 5 giorni) e dire no alla chiusura della raffineria dell'Eni e per "difendere 2.500 posti di lavoro e lo stesso futuro della città". Alla manifestazione hanno partecipato tutte le categorie sociali, compresi i rappresentanti di Confindustria Sicilia, Rosario Amarù e Carmelo Turco.
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