Il gioiellino del Genoa Rolando Mandragora saluta e fa le valige direzione Torino: la Juventus è la sua nuova casa. Il mugugno del tifo genoano, tra modesti risultati sul campo e vicende societarie poco chiare, si fa più forte. Mandragora non rappresenta il primo caso di potenziale futuro campione ceduto senza aver espresso niente in rossoblù. Si possono citare altri esempi, alcuni dei quali sono diventati pezzi da 90. Giocatori ceduti per un corrispettivo economico, vero, ma senza aver dato ai tifosi la possibilità di applaudirli con la maglia del Genoa. Giocatori come Stephan El Shaarawy, che nel Genoa è cresciuto raccogliendo solo 3 presenze in prima squadra prima di essere venduto al Milan. Futuri perni della Nazionale come Leonardo Bonucci, che era stato inserito nell’operazione Milito-Inter per essere subito girato al Bari senza aver mai calpestato il prato del Ferraris. O come Kevin-Prince Boateng: acquistato dal Portsmouth e venduto il giorno successivo al Milan, dove si sarebbe poi consacrato a livello internazionale. Oppure come Andrea Ranocchia, ironia della sorte, probabile neo-blucerchiato. Il difensore umbro, tuttavia, ha avuto la possibilità di mostrare le proprie qualità con la maglia del Grifone.
16 presenze nella stagione 2010-2011 che hanno convinto gli osservatori dell’Inter, con cui avrebbe firmato l’anno dopo diventandone, la stagione passata, capitano. Volendo buttare giù un undici titolare dei talenti ceduti frettolosamente dal Genoa ci sarebbe da mangiarsi le mani, sperando che la prossima intuizione valida della società venga coltivata e tutelata, e non ceduta alla prima occasione.
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