salute e medicina

La Fondazione Carispezia interviene dopo le parole di Sonia Viale
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Il caso "Hospice alla Spezia" si riaccende con l'intervento della Fondazione Carispezia: "Siamo pronti a investire ancora - dice il presidente Melley - ma deve essere chiaro che poi deve intervenire la parte pubblica".

Le parole dell'assessore alla salute Sonia Viale, dieci giorni fa a Sarzana, dove è stato inaugurato l'hospice provvisorio, in attesa di quello in via di realizzazione nei pressi dell'ospedale San Bartolomeo, sembravano aver chiuso la partita, nonostante le pressioni che arrivavano dal Comune Capoluogo, dalla stessa Fondazione, da alcuni politici spezzini e della Val di Vara.

Sonia Viale aveva detto che non ci sono i numeri per realizzare due hospice per la cura dei malati terminali nella stessa provincia, sulla base del piano regionale della sanità, stilato dalla precedente giunta.

Melley però riapre il caso e ricorda che "Il tema dell'hospice risale a tempo fa, dobbiamo far sapere a tutti che era stato immaginato ai tempi della costruzione del polo riabilitativo di Via Fontenvivo: il progetto del 2010 prevedeva questa destinazione ed era stato approvato da tutte le autorità. Abbiamo investito confidando sul fatto che si sarebbero rispettate queste destinazioni"

La Fondazione ricorda che inizialmente anche la Regione e la precedente giunta inizialmente sostennero il progetto, ma poi si tirarono indietro: 

"A dicembre dello scorso anno visti i segnali negativi, la Fondazione segnalò la cosa alla conferenza dei sindaci. Il rammarico riguarda il tempo passato e forse non più recuperabile. La nostra rinnovata disponibilità spero che possa far rivedere la posizione di questa giunta".

Melley chiede dunque alla giunta Toti di ripensare a quanto già deciso da altri, in contraddizione con le promesse fatte da amministratori che oggi sono usciti di scena, fermo restando che ci dovrebbe essere un "piano di graduale disimpegno della Fondazione. Non possono essere impegni continuativi, non è questo il nostro compito. Noi dobbiamo lanciare questo tipo di iniziative poi la parte pubblica deve fare il suo dovere".

E nel comunicato ufficiale la Fondazione Carispezia pone le condizioni per sostenere ancora il progetto, chiedendo certezze su alcuni punti:

"l'approvazione dalle competenti amministrazioni regionali e locali dell’attivazione in via sperimentale con integrazione di risorse pubbliche e private e garanzie che, al termine del triennio, il servizio sia esclusivamente sostenuto da risorse pubbliche; e la conferma che il servizio di cure palliative domiciliari venga assunto interamente a carico dell’Asl 5".