cronaca

Crollano le vendite di carni rosse: "Comprate nella bottega di fiducia"
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L'allarme dell'Organizzazione Mondiale della Sanità sulle carni rosse, lavorate ma non solo, classificate a rischio cancerogeno, svuota le macellerie, che il giorno dopo la diffusione della notizia sono risultate semideserte, se non peggio, anche alla Spezia.

Tanti gli esercenti che denunciano il crollo delle vendite di carni rosse. Una vera e propria psicosi che spesso accompagna il diffondersi delle notizie relative a ciò che mangiamo ogni giorno e che, spesso, il consumatore avverte come un autentico allarme sociale e sanitario, fino ad assumere un atteggiamento di totale chiusura.

Il primo giorno è stato un disastro - spiega desolato Waler Cerretti dal bancone della sua macelleria nella centralissima piazza Cavour - . Non abbiamo lavorato per nulla: ho preparato il banco alla mattina e così l'ho rimesso a posto, intatto, all'una del pomeriggio, alla chiusura. E' stato un dramma".

Quei pochi consumatori e clienti abituali che sono entrati - aggiunge sconsolato il commerciante - hanno chiesto informazioni, ma in modo frammentario, perché anche loro si sentono disorientati: ormai basta una minima informazione percepita tramite tivù o giornali ed ecco che si scatena la psicosi. Ci siamo già passati ai tempi della mucca pazza. E' inutile, la gente proprio non vuole saperne di fermarsi. Crollate le vendite della carne".

"Se posso dare un messaggio ai consumatori - prova a rianimarsi Cerretti - è questo: andate a compreare la carne nei negozi seri, quelli di fiducia, per intenderci. E soprattutto, nelle macellerie, perché sono ipercontrollate, ve lo assicuro. Questo non significa che non ci siano stabilimenti o supermercati seri e fidati, ci mancherebbe altro. Ora però è il momento di privilegiare la qualità. Io, per quanto mi riguarda, la carne la faccio arrivare dalla zona di Zeri. Compro la bestia viva e la macello personalmente o la faccio macellare. Tutti animali che mangiano roba genuina, naturale. E, ripeto, sono supercontrollato. E come me tantissimi altri".

"I timori per il settore - constata amaramente il macellaio - sono tanti e fondati, in questa situazione. Un po' perché parliamo di un prodotto che non ha una lunghissima durata: la carne devi venderla, non puoi tenerla nella cella frigorifera per 20 giorni. Può frollare una settimana, dieci giorni, quindici al massimo, ma poi va venduta, diventa brutta a vedersi e la gente (quella poca che entra in negozio in questo momento) non la vuole e ha ragione. Se sia ha uno smercio giornaliero decente, nessun problema, ma con questi chiari di luna..."

"C'è un intero settore a rischio, insomma. E questi lavoratori, poi, che fine si vuole che facciano, dove li mettiamo? Questo, dico io, è puro terrorismo informativo".