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Centanaro: "Incontrerò Renzi per riportarlo in mezzo alla gente"
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"Siamo senza soldi, metto in vendita il palazzo del Comune". La provocazione l'ha lanciata Vittorio Centanaro, sindaco di Leivi, esasperato dalla continua mancanza di risorse per far fronte ai danni del dissesto idrogeologico. E l'appello non è caduto nel vuoto.

"Noi amministratori siamo messi a dura prova, proprio a livello nervoso - si sfoga Centanaro a Primocanale - da una parte c'è la giusta e sacrosanta esigenza delle aziende che hanno eseguito i lavori di somma urgenza dopo le alluvioni, che vogliono essere pagate. Dall'altra è impossibile per noi pagare perché non sono ancora arrivati i soldi annunciati dal governo".

Ieri Centanaro ha ricevuto una telefonata dal Dipartimento della Protezione Civile a Roma. "Mi hanno tranquillizzato e promesso che sveltiranno le pratiche. Degli 1,5 milioni riconosciuti, il 50% arriverà a settembre e il resto in un momento successivo". E insieme a lui tireranno un sospiro di sollievo le ditte che attendono da mesi il pagamento. "Il comune era obbligato a liquidarle entro 30 giorni - ricorda Centanaro - ma le risorse arrivano dopo ben più di 30 giorni".

Centanaro incontrerà Renzi a Roma per discutere di un tema che Primocanale ha affrontato negli scorsi giorni con svariati sindaci dell'entroterra. Fondi in ritardo, prelievi coatti in nome della "solidarietà" tra comuni, risorse bloccate dal patto di stabilità. "Voglio riportare il premier in mezzo alla gente. Non basta fare un proclama al giorno per tenere a bada un paese, ci vuole molta attenzione ai territori. Non possiamo più accettare che le parti sane della politica, i Comuni in prima linea coi cittadini, siano schiacciate da burocrazie e lungaggini che poi mandano nel dimenticatoio anche le risorse già stanziate".

Nel circondario di Chiavari si vive sospesi a un filo. Leivi, Mezzanego, Borzonasca, San Colombano: tutti al verde e con l'incubo del fango. "Presto arriveranno altre piogge, nuovi allagamenti, frane. Come possiamo rispondere agli eventi futuri se ancora non abbiamo risolto i danni degli anni scorsi?"

Chissà se il sindaco l'avrebbe venduta per davvero, la sede del Comune, per un valore stimato in circa 500 mila euro. "Il valore affettivo è ben più alto - spiega Centanaro - ma di fronte alla minaccia, supponiamo, dell'avvocato di una ditta in credito, vorrei vedere chi non farebbe lo stesso".